Piazza Affari rimbalza con forza dopo lo scivolone della vigilia: a pochi minuti dall'apertura il Ftse Mib sale del 2,15% e torna sopra quota 17 mila punti nonostante l'andamento altalenante delle borse asiatiche. A guidare il recupero sono i titoli bancari, che trattano vicino ai minimi di questa crisi legata alla pandemia da coronavirus: Intesa Sanpaolo e Unicredit salgono del 2,7% circa.
Tonici anche gli altri titoli del comparto finanziario, dal risparmio gestito a Nexi nei pagamenti. Gli acquisti premiano anche i petroliferi, con Eni che sale del 2,1% e Saipem del 3,1%; più frenate le utilities (Enel +1,06%). In luce Stm (+4,36%), bene anche gli industriali, sia nell'automotive che negli altri settori. Non si ferma la corsa di Diasorin (+2,67%) che ritocca il massimo storico.
Le Borse europee aprono in rialzo. I mercati guardano con preoccupazione all'impatto della pandemia sull'economia, che sarà prolungato e profondo, e con speranza alle graduali riaperture, che si stanno programmando in Europa, dove si concentrano la metà degli oltre 2 milioni di contagi raggiunti a livello globale. Londra avanza dello 0,89% a 5.653 punti. A Milano l'indice Ftse Mib segna +1,31% a 17.070 punti. Francoforte guadagna l'1,31% a 10.414 punti e Parigi l'1,28% a 4.408 punti.
La Borsa di Tokyo ha chiuso in calo, dopo il crollo di ieri delle vendite al dettaglio e della produzione industriale a stelle e strisce. L'indice Nikkei arretra dell'1,33% a 19.290,20 punti.
I future di Wall Street, invece, sono in calo, dopo una chiusura negativa. Pesa l'impatto della pandemia sull'economia: l'impressione generale è che i danni saranno profondi e prolungati. Ieri il crollo delle vendite al dettaglio e della produzione industriale a stelle e strisce ha gelato i listini. I future sul Dow Jones arretrano dello 0,36%, quelli sullo S&P dello 0,34% e quelli sul Nasdaq dello 0,38%.
Lo spread tra Btp e Bund dopo un apertura in lieve calo, scende sotto i 230 punti (228) dopo che ieri è schizzato quasi a 250 punti e ha chiuso a quota 236, per le prospettive di recessione globale e il calo dei prezzi del petrolio. Il rendimento del decennale arretra all'1,84%.