Il sindaco di Bergamo Giorgio Gori è preoccupato, per «il grande problema socioeconomico che ci investirà dopo l’emergenza sanitaria”. Lo dice in un’intervista a la Repubblica nella quale sottolinea che “oltre all’enorme numero di vittime, c’è chi paventa che la chiusura delle attività debba durare anche di più che nel resto del Paese” ed è proprio per questo motivo che “abbiamo lanciato un fondo di mutuo soccorso” sulla falsariga di quello lanciato dal sindaco Beppe Sala a Milano che ha già raccolto oltre 5 milioni.
Per Gori “il modello è quello” perché “già oggi sono molte le famiglie e le persone in grande difficoltà, ne abbiamo avuto un segnale dalle migliaia richieste di aiuto per i buoni pasto, un dato anomalo per la nostra città” e lui teme che “non arrivi a tutti l’ombrello che il governo ha deciso di estendere a protezione delle liquidità delle imprese”.
Il punto, secondo il sindaco di Bergamo, è che “non è facile capire oggi se arriveranno a dare sostegno ad ogni tipo di attività economica, alle microimprese, a quelle più recenti, a quelle più informali che caratterizzano paesaggio della città” e poi “Contano molto anche i tempi e le procedure”. E Gori fa un esempio: “Se per l’erogazione dei prestiti oltre i 25 mila euro, anche se garantiti al 100 per cento dallo Stato, le istruttorie bancarie saranno quelle tradizionali, per complessità e durata, un’ampia fetta delle imprese destinatarie rischia di fallire prima di ricevere i soldi”. Ciò che serve, pertanto, è anche “una iper semplificazione delle procedure di erogazione”.
Lui assicura che quello di Bergamo “sarà uno strumento molto agile” perché “una parte dei fondi servirà per finanziare attività di carattere sociale, con contributi a fondo perduto per chi si troverà in condizioni di estrema fragilità economica”, l’altra parte sarà invece “dedicata al sostegno delle attività economiche, soprattutto delle più piccole, e di quanti non avranno adeguata coperture dalle misure statali e regionali”. Con un obiettivo primario: “Fare di tutto per evitare la chiusura di tante micro attività professionali e commerciali”.