L'effetto "catastrofico" del coronavirus comporterà la cancellazione del 6,7% delle ore lavorate a livello globale nel secondo trimestre: l'equivalente di 195 milioni lavoratori a tempo pieno. Il calcolo è dell'Ilo, l'Organizzazione internazionale del lavoro, secondo cui circa 1,25 miliardi di lavoratori, impiegati nei settori più colpiti dal lockdown, vedono il proprio tenore di vita minacciato dalla pandemia, in quella che l'agenzia delle Nazioni unite definisce la "peggior crisi globale dai tempi della Seconda guerra mondiale".
La pandemia, ha detto il direttore generale dell'Ilo, Guy Ryder, "sta avendo conseguenze molto serie per il mondo del lavoro. Circa 4 lavoratori su 5 vivono in un Paese dove sono state imposte misure di lockdown, parziale o totale".
Secondo l'Ilo, "lavoratori e imprenditori stanno affrontando una catastrofe sia nei Paesi sviluppati che in quelli in via di sviluppo. E a essere colpiti più duramente saranno i più vulnerabili". Gli effetti, ha aggiunto Ryder, "supereranno di molto quelli della crisi finanziaria globale del 2008-2009".
Il numero di nuovi disoccupati, ha proseguito il capo dell'Ilo, sarà "significativamente superiore" rispetto ai 25 milioni stimati appena due settimane fa. Una mole enorme di senza lavoro che si aggiungeranno ai 190 milioni registrati a fine 2019. Per questo l'organizzazione dell'Onu lancia un appello a "muoversi velocemente, in maniera decisa e insieme. Un intervento rapido ed efficace può fare la differenza tra il collasso e la sopravvivenza. Le scelte che facciamo oggi", ha concluso Ryder, "influenzeranno direttamente il modo questa crisi si svilupperà, così come la vita di miliardi di persone".