Il pacchetto approntato da Francia e Germania in vista dell'Eurogruppo di martedì, che dovrà accordarsi sulle contromisure per reagire all'impatto economico del coronavirus, è insufficiente per l'Italia, che continua a chiedere l'emissione di titoli di debito comuni per far fronte all'emergenza, i cosiddetti "coronabond".
Secondo l'agenzia stampa tedesca Dpa, le proposte franco-tedesche prevedono la possibilità per gli Stati di ricorrere a una linea di credito del Mes fino al 2% del proprio Pil, l'intervento della Bei per garantire fino all'80% dei prestiti a breve termine delle banche e il ricorso al bilancio Ue con risorse da destinare a misure contro la disoccupazione. Per Roma non basta. "Bene SURE e garanzie Bei - ha dichiarato il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri - ma la risposta dell'Ue deve comprendere bond comuni".
Gualtieri chiede un "salto di qualità"
Spiega Gualtieri in una nota: "La sfida economica posta dal coronavirus è senza precedenti e richiede un vero salto di qualità nella risposta dell'Europa. Per questo l'Italia sta conducendo dure battaglie su tutti i tavoli negoziali. Solo poche settimane fa c'era solo il MES con condizionalità. Abbiamo ottenuto che sul tavolo negoziale venissero proposti strumenti nuovi e adeguati alla sfida che abbiamo di fronte. L'insieme di proposte che l'Eurogruppo presenterà al Consiglio Europeo comprende ora lo schema SURE di assicurazione contro la disoccupazione - da anni richiesto dal nostro Paese - un significativo potenziamento del capitale della BEI per costituire un fondo per le garanzie ai prestiti delle imprese e un fondo per la ricostruzione da finanziare con bond comuni europei".
E tuttavia, prosegue Gualtieri, "l'Italia ha ribadito, trovando l'accordo di altri Paesi tra cui la Francia, che non possiamo rispondere a uno shock comune e simmetrico con politiche fiscali asimmetriche che amplierebbero i divari tra Paesi. Pertanto la risposta comune europea sarà adeguata solo se comprenderà l'emissione comune di bond europei per finanziare i piani nazionali di risposta all'emergenza coronavirus".
Quanto al Mes, prosegue il ministro, "per l'Italia è uno strumento inadatto a gestire questa crisi nella forma attuale. Come ha detto il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, solo un MES senza condizionalità che conservi del vecchio meccanismo solo il nome, diventando di fatto un fondo per la lotta alla pandemia, potrebbe essere adeguato a concorrere, insieme agli altri strumenti, a una risposta europea all'altezza della sfida che deve essere imperniata su soluzioni nuove".
Lo stato della trattativa
La notizia dell'accordo tra Berlino e Parigi sembra confermare quanto appreso nel pomeriggio a Bruxelles al termine delle discussioni tra gli sherpa dei ministri delle Finanze all'Euro Working Group su un accordo politico alll'Eurogruppo di martedì prossimo sul pacchetto di tre misure per reagire alla crisi economica provocata dal Coronavirus. Per il momento sembra esclusa, invece, la possibilità di un compromesso sui Coronabond o il Fondo di debito comune proposto dalla Francia.
Il lavoro tecnico all'Euro Woking Group sulla linea di credito a condizioni rafforzate (Eccl) del Mes avrebbe quindi fatto passi avanti sostanziali. Nessuno Stato membro si è opposto alle Eccl, tuttavia resta ancora del lavoro da fare sulle modalità di attivazione del meccanismo. Una nuova riunione in teleconferenza degli sherpa dei ministri delle Finanze è programmata lunedì, alla vigilia dell'Eurogruppo.
Ci sarebbe ampio sostegno su una condizionalità "light": per accedere alla linea di credito gli Stati membri dovrebbero firmare un memorandum di intesa impegnandosi a destinare le risorse all'emergenza sanitaria e economica e a rispettare il Patto di Stabilita' e Crescita. Poiché le regole del Patto di Stabilità sono sospese, per il momento non ci sarebbero condizioni in termini di deficit e debito.
Una volta superata la fase più acuta della crisi economica, quando le regole del Patto torneranno pienamente in vigore, gli Stati membri dovrebbero rispettare gli obiettivi di bilancio per rientrare sotto i limiti di deficit e debito. Anche il meccanismo di monitoraggio sarebbe "light", limitandosi al coinvolgimento della Commissione e del Mes senza ricorrere alla formula della Troika. L'ammontare delle risorse da destinare alle linee di credito dovrebbe aggirarsi attorno ai 230-240 miliardi (circa il 2% del Pil).
Più munizioni per Mes e Bei?
L'Eurogruppo del 7 aprile potrebbe discutere anche di un nuovo strumento interno al Mes, da affiancare alla linea di credito, anche se finora non c'è stato un negoziato all'Euro Working Group: introdurre uno strumento di liquidità rapida (Rapid Liquidity Instrument) da 80 miliardi per sostenere i costi sanitari e economici della risposta all'emergenza Coronavirus. Secondo una fonte, si tratterebbe di un concetto ancora "embrionale", che eventualmente sarà sviluppato nelle prossime settimane.
Le altre due misure su cui sta emergendo un consenso in vista dell'Eurogruppo di martedì sono un potenziamento del ruolo della Banca Europea per gli Investimenti, che dovrebbe destinare 200 miliardi alla liquidità per le imprese, e lo strumento "SURE" proposto dalla Commissione, che dovrebbe raccogliere 100 miliardi sui mercati per aiutare gli Stati membri a finanziare cassa integrazione e sussidi di disoccupazione.
Nessun passo avanti, invece, è stato fatto sui Coronabond e la mutualizzazione del debito. "È' una linea rossa per Olanda e Germania", spiega una fonte. La proposta della Francia di un Fondo ad hoc temporaneo che emetta titoli comuni potrebbe finire direttamente sul tavolo dei capi di Stato e di governo.