“Un segnale importante, certo, necessario benché ancora non risolutivo. Perché nelle prossime settimane, nei prossimi mesi, serviranno ancora sforzi poderosi. E a farli dovranno essere anche i governi nazionali”, ma “l’Europa è la nostra comunità di destino”. Così si esprime il ministro per gli Affari europei in un colloquio con Il Foglio dopo l’intervento della Bce a sostegno dell’economia europea contagiata dal virus Covid-19.
Quindi Amendola racconta che “il premier Conte, insieme a Macron, ha proposto l’emissione di ‘corona bond’” e che queste, assieme al ricorso al Mes senza condizionalità stringenti come sollecitato dalla Spagna, “sono tutte opzioni a disposizione dell’Europa e nulla è escluso nelle prossime settimane” anche se, aggiunge, “l’Europa è nel nuovo mondo, e tutti dobbiamo essere consapevoli che gli schieramenti del passato, le cautele e le timidezze di ciascuno non hanno più senso”.
Secondo il ministro Amendola, tuttavia, la Commissione europea “ha concesso ampi parametri di flessibilità, sia in termini di bilancio sia di aiuti di stato”, come per altro certificano anche le ultime dichiarazioni della responsabile alla Concorrenza Margrethe Vestager, spiega. E queste leve “andranno utilizzate con coraggio” cosicché. “lo scudo della Bce ci consentirà di essere più ambiziosi in vista del nuovo decreto, che arriverà ad aprile” anticipa a Il Foglio il ministro, decreto che a suo avviso “permetterà di essere più rigorosi anche nella difesa della nostra industria, dissuadendo qualsiasi tentativo di scalata ostile sui mercati”.
Poi Amendola promette: “Faremo tutto quel che servirà per proteggere non solo i nostri campioni, i nostri ‘gioielli di famiglia’, ma anche tutto quel tessuto di piccole e medie imprese così prezioso per la nostra economia. Che va salvata, così come la salute dei nostri cittadini, a qualsiasi costo. Noi lo abbiamo ripetuto, urlato, per mesi, a partire da quel 13 febbraio che è il primo giorno segnato in rosso sul mio calendario. Da ieri, l’Unione intera ne è consapevole”.