“All’annuncio ‘epocale’ della Bce”, che ha varato 750 miliardi di nuovi acquisti, “ha corrisposto un’azione tutto sommato banale”. Lo sostiene l’ex ministro dell’economia nella stagione berlusconiana Giulio Tremonti in un’intervista al confindustriale Sole 24 Ore nella quale sostiene anche che “di positivo, ma non so quanto, si sta solo comprando tempo”.
Ad avviso del fiscalista, la promessa d’acquisto di 750 miliardi “significa per l’Italia qualcosa di più di 100 miliardi” ed è un peccato, però “che noi dobbiamo emettere quest’anno oltre 400 miliardi di titoli, più gli aumenti necessari a finanziare gli annunci”. E Tremonti si chiede: non si pensa che “sulla parte scoperta ci possano massacrare comunque con lo spread?”
Secondo Tremonti ritornando alle origini di quando è successo e continua ad accadere, “in realtà si sta replicando la follia che è stata alla base della globalizzazione” e ”per colpa dei governi” il quantitative easing “ha oppiato la politica”. Quindi una via per tornare alla realtà, secondo Tremonti, “potrebbe essere quella degli Eurobond, che sembrano avere molti estimatori ma non sono un’invenzione di oggi”.
Per l’ex ministro dell’Economia del centrodestra, dunque, per emettere degli Eurobond “Saremmo in tempo” ma oggi come ieri “tutto dipende dalla politica”. E poi “non bisogna costruire un meccanismo finanziario oscuro e illeggibile, perché lo strumento deve essere capito dalla gente al bar e non solo nelle sale cambi”.
Infine un invito: “Sconsiglierei vivamente di chiamarli Corona Bond o Buoni di salute pubblica, perché già il nome farebbe scappare la gente”, chiosa l’ex ministro del Mef Giulio Tremonti.