L'economia cinese collassa e tocca i minimi storici nei primi due mesi del 2020 per l'impatto dell'epidemia di coronavirus, secondo gli ultimi dati diffusi oggi dall'Ufficio Nazionale di Statistica di Pechino. La produzione industriale ha segnato la contrazione più ampia degli ultimi trenta anni, segnando una flessione del 13,5% a gennaio e febbraio, mentre le vendite al dettaglio si contraggono del 20,5% su base annua nello stesso periodo.
Crollano anche gli investimenti fissi, che segnano un -24,5% nello stesso periodo: per tutti gli indicatori si tratta del primo declino mai registrato. Nonostante il tracollo, l'Ufficio Nazionale di Statistica di Pechino, nella nota di accompagnamento ai dati diffusi oggi, definisce l'impatto del coronavirus "di breve termine" aggiungendo che "l'economia ha retto agli shock dell'epidemia".
Intanto la banca centrale cinese ha iniettato cento miliardi di yuan (12,83 miliardi di euro) nel sistema finanziario a un tasso inalterato del 3,15% a un anno per mantenere la liquidità a un livello adeguato. Oggi, aggiunge la People's Bank of China in una nota, entra anche in vigore il taglio dei requisiti di riserva obbligatori per le banche da 0,5 a un punto percentuale annunciato venerdì scorso dall'istituto pechinese, liberando 550 miliardi di yuan (70,23 miliardi di euro) a sostegno dell'economia contro l'impatto del coronavirus.