“Fermiamo l’Europa e mandiamo, se possiamo, tutti in ferie”. È la ricetta di Marco Bonometti, leader e guida di Confindustria Lombardia che in un’intervista al Corriere della Sera propone di costruire “una zona rossa per tutti”, ovvero di bloccare “anche gli altri Paesi”. “Risolviamo la questione sanitaria – intima – e omogeneizziamo lo stop alle produzioni altrimenti usciamo dalle catene globali del valore, veniamo sostituiti dai concorrenti”. “Il nostro export, 450 miliardi all’anno, si riduce in maniera sensibile e non ci riprendiamo più” sottolinea lanciando un allarme.
“Qui serve l’Europa. Dov’è?”, si chiede Bonometti dopo aver ascoltato il discorso della presidente della Bce Cristine Lagarde che “non ha rassicurato nessuno”. Tanto che “a voler pensar male – insinua con tono duro – potremmo persino affermare che vedere l’Italia in ginocchio per qualche altro Paese europeo significa pensare di approfittare delle quote di mercato che stiamo perdendo. Non sanno che la pandemia riguarda tutti e la risposta deve essere europea”.
Ma i nodi sulla salute restano comunque tutti aperti e sul tavolo. Fabbriche in subbuglio, scioperi ovunque, i sindacati sul piede di guerra perché secondo loro molte fabbriche non riescono a rispettare i protocolli sanitari. Si doveva chiudere tutto? Alla domanda, il presidente di Confindustria Lombardia replica dicendo che “chi non riesce ad adeguarsi deve chiudere immediatamente, così tuteliamo la salute e lasciamo aperti chi è in grado di farlo” ma accusa chi i sindacati: “Alt – dice Bonometti – atteniamoci ai protocolli” perché in questo momento la situazione “non si risolve con gli scioperi, ora irresponsabili” e “serve uno scatto da parte dei sindacati, altrimenti da qui in poi troviamo solo macerie”.