Piazza Affari chiude la seduta più difficile della sua storia con un tracollo del 16,92% dell'indice Ftse Mib, che scende sotto i 15.000 punti a 14.894 punti. Una giornata segnata dalla delusione per le misure della Bce a sostegno dell'economia, con il mancato taglio dei tassi, e dalla decisione del presidente Trump di bloccare i voli per l'Europa, e poi ancora il nuovo calo del petrolio e soprattutto nel pomeriggio l'andamento assai negativo di Wall Street che sembra aver rotto gli argini.
Per la Borsa di New York si preannuncia la settimana peggiore dalla crisi finanziaria del 2008. Ad un avvio in profondo rosso è seguito dopo una manciata di minuti, il crollo verticale dell'indice S&P 500 con perdite al di sotto del 7%.
Non si salva nessuno
A Milano tutto il listino va a picco, nessuno si salva. I peggiori ribassi sono il -22,15% di Leonardo, -22,23% di Atlantia, il -22,03% delle Poste. All'opposto Diasorin chiude solo con il -8,85%.
Tra le banche Ubi cede il 19,45%, Unicredit il 17,26%, Intesa il 17,78%, Banco Bpm il 16,70%. Nell'energia Eni -18,11%, Enel -19,85%, Snam -19,18%, Terna -14,95%. Fca giù del 17,86%, Ferrari -10,26%. L'indice All Share perde il 16,40%.
Bruciati oltre 84 miliardi
In una sola seduta, la peggiore almeno dall'inizio degli anni '80, ha bruciato circa altrettanti miliardi di capitalizzazione che nella prima settimana della crisi del Coronavirus. Il maxi-calo di oggi, con l'All Share che ha perso il 16,4%, costa alla Borsa di Milano 84,27 miliardi rispetto agli 85 persi durante cinque sedute due settimane fa. La capitalizzazione del listino milanese scende così a circa 430 miliardi dagli oltre 700 dei massimi di febbraio.
Il precedente 'record' risaliva al 24 giugno 2016, dopo la decisione del Regno Unito ha scelto di uscire dall'Unione Europea, con un calo del 12,48%. Con il tonfo di oggi il valore del Ftse Mib torna a metà 2013. Già a inizio settimana Piazza Affari aveva sperimentato un calo in doppia cifra, pari a circa l'11,2%.
Prima di queste occasioni l'ultimo calo superiore al 10% - gli indici erano però calcolati diversamente - fu nel 1981. Fra le borse mondiali, tuttavia, cali di questa magnitudo non sono un unicum: il 19 ottobre 1987, nel cosiddetto Black Monday, la borsa di New York perse il 22,6%; dopo l'11 settembre, quando fu riaperta il 17 dello stesso mese, Wall Street chiuse addirittura in calo del 30%.