Arriva la reazione degli Stati alla minaccia economica del Coronavirus. Non solo l'Italia ha varato un piano di aiuti a imprese e famiglie, ma anche Giappone, Canada, Regno Unito e Srtati Uniti hanno già stanziato risorse importanti per affrontare la crisi.
Il premier Conte ha deciso che l'impegno finanziario arriverà a 25 miliardi. La Gran Bretagna ha annunciato oggi un pacchetto di misure di stimolo del valore di 30 miliardi di sterline per "sostenere il popolo britannico, il lavoro e le imprese in questo momento", pronta a prendere ulteriori iniziative in caso la situazione peggiori.
Oggi il primo ministro canadese Justin Trudeau ha annunciato la creazione di un fondo da 1 miliardo di dollari canadesi (640 milioni di euro) che fornirà finanziamenti a province e territori per rafforzare il sistema sanitario e fornire aiuti finanziari ai canadesi costretti a sottoporsi alla quarantena. Il governo si sta preparando a fare di più, se necessario.
Nei giorni scorsi, la Germania ha stanziato 12,8 miliardi di euro in 4 anni per investimenti in infrastrutture. Negli Stati Uniti, il Congresso ha approvato il piano di emergenza da 8,3 miliardi di dollari, ma il presidente Donald Trump ha promesso un vasto programma di sostegno all'economia e alle famiglie.
Il Giappone prepara un nuovo pacchetto di stimoli fino a 1.600 miliardi di yen (circa 15,5 miliardi di dollari) per sostenere imprese e famiglie: l’intenzione del governo è di consentire alle piccole e medie imprese a corto di liquidità di accedere a prestiti a tasso zero e di dare ai lavoratori autonomi circa 35 euro al giorno nel caso non possano accettare lavori per prendersi cura dei figli bloccati in casa dalla chiusura delle scuole.
Ed ancora, Singapore ha predisposti aiuti finanziari per 4,2 miliardi di euro. La Corea del Sud ha annunciato uno stanziamento di 11,7 trilioni di won, pari a 9,8 miliardi di dollari, per combattere l'epidemia e mitigare le ricadute economiche. Infine, la Cina, epicentro del coronavirus, ha in cantiere una serie di nuove misure a supporto delle Pmi, tra cui la sospensione o lo slittamento del pagamento delle imposte e di affitti, e accordi con le banche per un aumento dei prestiti, tassi più bassi e dilazione di rate.