Il Giappone prepara un nuovo pacchetto di stimoli fino a 1.600 miliardi di yen (circa 15,5 miliardi di dollari) per sostenere imprese e famiglie messe in difficoltà dall’emergenza coronavirus. L’intenzione del governo è di consentire alle piccole e medie imprese a corto di liquidità di accedere a prestiti a tasso zero e senza l’utilizzo di collaterali a garanzia tramite specifiche agenzie statali.
Per i lavoratori autonomi si pensa invece di mettere a disposizione circa 4.100 yen al giorno (35 euro) nel caso non possano accettare lavori per prendersi cura dei figli bloccati in casa dalla chiusura delle scuole.
Ma l’attenzione di risparmiatori e imprese è concentrata anche su quanto deciderà la Banca del Giappone in occasione del consiglio direttivo in programma il 18 e 19 marzo prossimi. Il timore è che, senza un intervento su tassi e circolazione monetaria, le aziende possano andare incontro a una vera e propria crisi di liquidità con l’avvicinarsi della scadenza dell’anno fiscale a fine mese.
Il ministro delle Finanze e vicepremier, Taro Aso, ha incontrato oggi il governatore Haruhiko Kuroda per fare il punto sulla situazione dei mercati e sul rapido apprezzamento dello yen. “Si stanno osservando movimenti nervosi sui mercati delle divise e delle azioni, che stiamo vigilando con attenzione”, ha detto Aso, che si è però tenuto abbottonato sulla possibilità di un intervento diretto per contenere il rialzo dello yen che ha toccato livelli che non vedeva dal 2016.
Anche Kuroda ha promesso che la Banca centrale “farà tutti gli sforzi possibili per provare ad ampliare la liquidità a garantire la stabilità dei mercati finanziari”. Tra gli strumenti possibili, il governatore ha citato l’acquisto di obbligazioni e altre attività.