L'economia della Germania è in stallo. Nel quarto trimestre del 2019 il Pil tedesco è rimasto fermo su base congiunturale ed è salito dello 0,4% su base tendenziale, frenato dall'export e da un brusco calo degli investimenti delle imprese. I dati diffusi oggi confermano le stime già diramate in precedenza e non allontanano lo spettro della recessione.
Le esportazioni sono diminuite dello 0,2% rispetto al terzo trimestre ma, a rendere più preoccupante la situazione è il peggioramento del mercato interno. Il sistema manifatturiero continua a risentire delle tensioni commerciali e del rallentamento dell'economia globale e ora, con la crisi del coronavirus, di cui i dati odierni non tengono conto, rischia di subire nuovi scossoni.
Inoltre il mercato interno, che finora aveva puntellato il Pil, mostra evidenti segni di cedimento. A seguito del rallentamento della produzione, gli investimenti in macchinari e attrezzature sono diminuiti del 2% nel quarto trimestre, in peggioramento rispetto al calo dell'1,4% registrato nei tre mesi precedenti. Male anche la spesa per consumi, che è rimasta piatta, in calo rispetto al +0,5% nel terzo trimestre.
"La frenata della produzione manifatturiera nella seconda metà dell'anno scorso - commenta Claus Vistesen, capo economista per l'Eurozona di Pantheon Macroeconomics - ha impattato il fronte interno, facendo calare gli investimenti". Secondo Vistesen, i dati odierni indicano che il calo della produzione tedesca proseguirà nel primo trimestre di quest'anno, anche perché si tratta di cifre che ha non mostrano ancora il pieno impatto dell'epidemia di coronavirus. "L'economia tedesca non è ancora fuori dal tunnel", conclude Vistesen, che si mostra pessimista sul primo semestre del 2020, mentre ritiene che una ripresa sia possibile nel terzo trimestre.