L'andamento dell'economia mondiale "sembra aver toccato il fondo, ma la prevista ripresa è fragile". L'analisi è del Fondo monetario internazionale che include la diffusione del coronavirus, insieme al riaccendersi delle tensioni sul commercio internazionale, tra i principali rischi sulle prospettive di crescita globale. Nella nota di sorveglianza messa a punto per il G20 finanziario di Riad, l'istituto di Washington sottolinea che la stimata accelerazione del Pil dal 2,9% del 2019 al 3,3% del 2020 è a rischio e comunque, nel medio termine, "la crescita è destinata a a rimanere sotto la sua media storica".
Potrebbe essere l'epidemia di coronavirus il cigno nero che rischia di sovvertire definitivamente i pronostici più ottimistici. Dal Fondo non arrivano calcoli esatti sull'impatto del contagio sull'economia reale. La direttrice generale, Kristalina Georgieva, ha affermato che "è troppo presto per farne" e, per il momento, limita il suo pessimismo a uno 0,1-0,2%.
E tuttavia, si legge nel documento, "il coronavirus, una tragedia umana, sta pesando sull'attività economica in Cina: nelle regioni colpite la produzione è stata fermata e la mobilità limitata. Le ricadute su altri Paesi sono probabili, per esempio attraverso il turismo, la catena delle forniture e gli effetti sui prezzi delle materie prime". Principali settori colpiti sono quello automobilistico e quello tecnologico che "difficilmente potranno essere fonte di forte crescita in futuro".
Non mancano poi le preoccupazioni per una nuova fiammata delle tensioni commerciali con ritorni negativi per investimenti e fiducia. Anche il clima rischia di essere un fattore di rischio. "La maggiore frequenza di disastri naturali legati ai cambiamenti climatici potrebbe causare diffusi danni economici e pesare sull'attività", osserva il documento.
Insomma, avverte il Fondo monetario internazionale, "i rischi restano orientati al ribasso" e la ripresa "è fragile e probabilmente di scarsa consistenza". Le prospettive di medio termine "rimangono sfuggenti". Gli spazi per un ulteriore allentamento della politica monetaria "sono sempre più limitati".
Di qui la necessità di un mix di politiche strutturali e fiscali. Soltanto i bilanci di tre Paesi del G20 (Australia, Germania e Corea) tuttavia hanno "un po' di spazio per politiche di espansione finanziate in deficit". Ma i bassi tassi d'interesse, afferma il Fondo, "possono fornire spazio per un mix di politiche più equilibrato" anche a chi ha necessità di rimettere in ordine i conti e fornire garanzie sulla sostenibilità del proprio debito.
La raccomandazione che arriva dall'Fmi al G20 è di lavorare unito. Singole "politiche domestiche sono insufficienti a far accelerare la crescita se non sono sono affiancate da sforzi multilaterali per affrontare le sfide comuni", sottolinea il documento. Dal contenimento del coronavirus, al rafforzamento del commercio internazionale fino alla lotta contro il cambiamento climatico: "Sfide globali richiedono soluzioni globali".