"Una morte annunciata". Così i sindacati giudicano la messa in liquidazione di Air Italy, la compagnia detenuta dall'Aga Khan e da Qatar Airways, che intende cessare i voli e procedere al licenziamento di 1.450 dipendenti (circa 900 sono nella base di Milano-Malpensa e il resto ad Olbia).
Il ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha convocato per giovedì prossimo i sindacati, la regione Sardegna e la regione Lombardia, a cui dovrà rendere conto delle interlocuzioni con i liquidatori e con la proprietà.
L'obiettivo è il cambio della procedura, dal momento che la liquidazione danneggia pesantemente i lavoratori, impedendo il ricorso alla cassa integrazione per i 1.200 lavoratori a rischio, nonché la possibilità di garantire il trasporto aereo sulla Sardegna. La sottosegretaria allo Sviluppo economico, Alessandra Todde, ha assicurato il massimo impegno, contando di arrivare al tavolo della prossima settimana con delle prospettive concrete.
I liquidatori hanno assicurato che verranno prese in considerazione tutte le possibilità di cessione di rami d’azienda, che comprendano il possibile mantenimento di tutti o di parte dei posti di lavoro. Ma secondo i sindacati l'esecutivo deve intervenire sui soci e far bloccare la procedura, individuando altre strade, dal commissariamento al concordato preventivo. L'importante è guadagnare tempo senza la spada di Damocle dei licenziamenti, in modo da cercare un acquirente interessato.
I sindacati: "Il governo non ci ha ascoltato"
"Il governo non ci ha mai ascoltato e ha sottovalutato le nostre denunce - afferma il segretario nazionale Filt Cgil Fabrizio Cuscito - l'ultima delle quali inviata da Cgil, Cisl, Uil e Ugl il 29 gennaio scorso". "L'accordo quadro del 2016 - ricorda Claudio Tarlazzi, segretario generale della Uil Trasporti - prevedeva un monitoraggio dei ministeri del Trasporto, dello Sviluppo economico e del Lavoro, con il confronto delle parti ogni tre mesi. Ma non siamo mai stati convocati".
C'è quindi - secondo i sindacalisti - una responsabilità degli azionisti che hanno disatteso il piano industriale e una responsabilità politica. "Ora però - avverte Cuscito - capiranno la rabbia dei lavoratori del trasporto aereo che il 21 andranno fuori dal ministero per un presidio e che poi sciopereranno il 25 febbraio. Bisogna trovare una soluzione complessiva, tanto per Air Italy quanto per Alitalia".
"La ministra De Micheli - sostiene Tarlazzi - deve convocare anche gli azionisti di Air Italy e trovare una soluzione affinché sia ripresa l'attività. Ma la compagnia non va trattata in modo diverso da Alitalia. Senza regole e senza strategie stanno buttando via l'intero settore del trasporto aereo".
La proposta avanzata da tempo dai sindacati - sottolinea Cuscito - è di dar vita agli Stati generali del trasporto aereo per ragionare di regole, bandi di gara, contratti. "Chiediamo - spiega Tarlazzi - che il contratto nazionale sia il riferimento minimo retributivo per tutti i vettori che operano in Italia, in modo da garantire una concorrenza leale. Servono regole generali, perché non è possibile che regioni, enti locali, aeroporti diano 226 milioni di sussidi alle compagnie low cost. Così ora Ryanair si è subito inserita nelle rotte sarde: stiamo regalando il mercato italiano".
Se è vero che Qatar Airwys era disponibile a mantenere l'investimento ed è entrata in contrasto con l'altro socio, il governo - conclude Tarlazzi - deve esplorare questa possibilità e valutare l'ipotesi di entrare nel capitale, per ristrutturare la compagnia e rimetterla poi sul mercato.