Le scuse ai parenti delle vittime non sono bastate a Oliviero Toscani per archiviare la polemica su quel "A chi interessa che caschi un ponte" detto in diretta a "Un giorno da Pecora" a proposito della discussa visita dei leader delle Sardine alla "Fabrica" dei Benetton. Il gruppo Benetton, accusato di responsabilità nella tragedia del Ponte Morandi in quanto primo azionista di Atlantia, la holding che controlla Autostrade per l'Italia, ha comunicato in una nota di "prendere atto dell'impossibilità di continuare il rapporto di collaborazione" con il fotografo, celebre per le sue intemperanze verbali, e si è dissociato dalle sue affermazioni, come già il giorno prima i vertici di Aspi.
"Mi scuso. Di più: ho vergogna anche di scusarmi. Sono distrutto umanamente e profondamente addolorato", aveva detto Toscani in un'intervista a Repubblica, “ho detto quelle parole infelici, ma la mia frase è stata estrapolata dal contesto”. Di "parole estrapolate e confuse" il fotografo aveva scritto anche ieri su Twitter. Riascoltando la registrazione della puntata del 3 febbraio della trasmissione di Radio 1, la frase incriminata non appare però né estrapolata né confusa.
Interpellato sulla controversia che ha coinvolto le Sardine dopo l'incontro, al quale era presente anche Toscani, il fotografo di fiducia dei Benetton aveva affermato che "noi come Fabrica con le Autostrade non abbiamo niente da fare, i Benetton sono azionisti di una società della quale la famiglia ha il 30%". "Magari anche lei se ha investito è azionista e responsabile", aveva proseguito rivolto al conduttore Giorgio Lauro, "ma a chi interessa che caschi un ponte, ma smettiamola".
Parole inequivocabili, tanto da suscitare la reazione sconcertata di Lauro e dell'altra conduttrice, Geppy Cucciari, che lo avevano redarguito ricordandogli come la vicenda importi eccome alle famiglie delle 43 persone morte nel crollo del viadotto il 14 agosto del 2018. "Sì, vabbé, non mi interessa questa storia", aveva replicato Toscani, il quale ha poi cercato di difendersi asserendo che "solamente la cattiveria può strumentalizzare una cosa simile".
La visita di Mattia Santori e compagni alla fondazione dei Benetton ha causato maretta anche nel movimento antisovranista: uno dei referenti delle Sardine romane, Stephen Ogongo, ha definito l'iniziativa "sbagliata e inopportuna" nonché "l'ultimo di una serie di errori" e ha annunciato la rottura con il nucleo bolognese dei fondatori.