In attesa del Cda di Aspi in programma giovedì che potrebbe svelare il nuovo piano industriale che punterebbe forte su investimenti e manutenzione, il governo si interroga su come procedere sulla questione della revoca della concessione. Nella giornata di martedì la ministra delle Infrastrutture e Trasporti, Paola De Micheli, ha auspicato un approfondimento dei gruppi parlamentari a dimostrazione che nel Pd non c'è uniformità di vedute.
"C'è il tema della revisione delle regole di gestione e di rapporto con i custodi di queste opere. Vale per i concessionari autostradali, sui quali c'è una discussione e un dibattito anche dentro di noi", ha ammesso la ministra. Forti perplessità su una eventuale revoca le avrebbe il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, preoccupato per le ricadute sulla finanza pubblica.
In ogni caso, la decisione del governo dovrebbe essere resa pubblica a fine mese dopo le elezioni regionali in Emilia-Romagna e Calabria. Fermo sulla sua posizione invece il leader di Italia Viva, Matteo Renzi secondo il quale sulla revoca della concessione "si giocherà l'egemonia culturale" all'interno del governo Conte bis. "Io non difendo Autostrade ma il principio della certezza del diritto. Se ci sono state inadempienze contrattuali lo vediamo dalle carte. Se la società è inadempiente, revoco il contratto: ma chi decide? Le regole e le leggi sono cose serie", ha osservato.
"Se la revoca ha basi giuridiche serie lo deve dire l'esperto di leggi, altrimenti i miei figli pagheranno per anni un regalo ad Autostrade. Se viene fuori che la colpa" del crollo del Ponte Morandi "non è di Autostrade bisognerà restituirgli 23 miliardi. Mi vergogno che lo Stato domani dovrà pagare 23 miliardi per il populismo di oggi".
A stretto giro arriva la replica dell'ex ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli secondo cui "Renzi è l'unico a non essere d'accordo sulla revoca ma sappiamo benissimo che lui sta dalla parte dei lobbisti...". Contrario all'ipotesi di una maxi multa, il viceministro delle Infrastrutture e Trasporti, Giancarlo Cancelleri. "Quando sento parlare di maximulta onestamente mi vengono i brividi", ha spiegato, sottolineando anche lui come il Pd stia convergendo sulle posizioni del M5S.
In un'intervista al Corriere del Veneto invece il presidente di Edizione Holding (che controlla Atlantia e a cascata Aspi), Gianni Mion afferma come la famiglia Benetton abbia capito l'errore. "È comprensibile che si voglia dare una lezione alla società. Tanto più che si è creata una psicosi sui ponti che crollano e le gallerie chiuse. Da parte dell'azienda ci si è resi conto dei danni causati e c'è stato un significativo ravvedimento operoso riconosciuto anche dal ministro Paola De Micheli". "Mi risulta - ha concluso Mion - che ci sia disponibilità alla negoziazione della controparte".