Aramco farà il suo debutto in Borsa a 32 rials per azione, al top della forchetta proposta agli investitori. L'incasso, per la quota dell'1,5% che il governo di Riad ha deciso di mettere sul mercato, ammonta a 25,6 miliardi di dollari per una valorizzazione complessiva della società pari a 1.700 miliardi di dollari. La cifra supera i 25 miliardi di dollari ottenuti da Alibaba per il suo sbarco a Wall Street nel 2014 e rende l'Ipo del gigante petrolifero saudita la più grande della storia.
Breve ritratto della compagnia saudita
Saudi Aramco è un colosso petrolifero con quasi un secolo di storia alle spalle. Nasce da un accordo di concessione del 1933 firmato dal governo saudita con la Standard Oil Company della California. Le perforazioni iniziarono nel deserto nel 1935, ma il primo olio iniziò a scorrere solo tre anni dopo. La società prende la denominazione di Aramco alla fine degli anni '40 dalla contrazione del nome della compagnia petrolifera americana Arabian American Oil Company.
Nel 1949, la produzione di petrolio raggiunge il traguardo di 500 mila barili al giorno e l'anno successivo costruisce il metanodotto Trans-Arabian, lungo 1.212 chilometri per esportare il petrolio saudita in Europa attraverso il Mar Mediterraneo. La produzione è cresciuta rapidamente dopo la scoperta di grandi giacimenti petroliferi offshore e onshore, tra cui quello di Ghawar, il più grande del mondo, con riserve stimate di circa 60 miliardi di barili di petrolio. Safaniya è invece il piu' grande giacimento offshore con riserve per 35 miliardi di barili.
Con l'embargo deciso dai Paesi arabi nel 1973, il prezzo del petrolio sale alle stelle e lo Stato saudita acquista il 25% di Aramco, facendo cosi' salire la sua quota azionaria al 60% e diventando cosi' azionista di maggioranza. Sette anni dopo, nel 1980, Aramco viane nazionalizzata e nel 1988 diventa la Saudi Arabian Oil Company, o Saudi Aramco. Dagli anni '90, Aramco ha investito centinaia di miliardi di dollari in enormi progetti di espansione, aumentando la sua capacita' di produzione di petrolio a oltre 12 milioni di barili al giorno e realizzando numerose joint venture
Lo scorso settembre, anche in vista delle procedure internazionali necessarie per lanciare la mega-Ipo, Saudi Aramco ha certificato un totale di 300.000 miliardi di metri cubi di riserve di gas e di circa 250 miliardi di barili di riserve petrolifere accertate, pari al 15,7% delle riserve mondiali di petrolio. Questo pone il Regno dell'Arabia Saudita al secondo posto nel mondo dietro ai 303,2 miliardi di barili di riserve petrolifere del Venezuela.
La sede di Saudi Aramco è a Dhahran, nell'est del Paese, ma ha diramazioni petrolifere negli Stati Uniti, in Cina, India, Corea del Sud e in diverse nazioni europee e asiatiche. Aramco ha anche costruito una rete di condutture e di raffinerie all'interno e all'esterno del Regno e ha ampliato la sua presenza nel settore petrolchimico.
All'inizio di quest'anno, per la prima volta nella sua storia, Aramco, sempre in ottemperanza alle disposizioni internazionali necessarie in vista dell'Ipo, ha aperto i suoi libri contabili. Per il 2028 ha annunciato un utile netto di 111 miliardi di dollari, in crescita del 46% rispetto all'anno precedente e ha generato ricavi per 356 miliardi di dollari.
L'Ipo ha anche aperto la strada ai piani di riforma "Vision 2030". Si tratta di un programma voluto dal principe ereditario dell'Arabia Saudita, Mohammad bin Salman, che raggruppa oltre 80 progetti imprenditoriali in settori nevralgici e che punta a ridurre la dipendenza del paese dal petrolio, diversificare l'economia, e sviluppare servizi pubblici quali l'istruzione, le infrastrutture e il turismo.
L'idea del principe ereditario è quella di fare dell'Arabia saudita entro il 2030 la decima economia mondiale, non tanto attraverso investimenti pubblici diretti ma attirando quelli esteri nel settore privato per 427 miliardi di dollari nel prossimo decennio.
Il percorso verso l'IPO
L'IPO del gigante petrolifero saudita Aramco arriva dopo una lunga fase di gestazione durata quasi quattro anni, e anche dopo una serie di proroghe visto che inizialmente era stata programmata nel 2018. Ecco tutte le fasi.
Il primo annuncio
Il 7 gennaio 2016, Mohammed bin Salman, figlio di Re Salman, ipotizza pubblicamente, per la prima volta, la possibilità di una IPO di Aramco. Il giorno dopo, l'azienda ha confermato che sta studiando la questione. L'operazione "richiederà tempo", avverte il suo presidente.
Il 25 aprile Riad annuncia ufficialmente l'intenzione di vendere il 5% di Aramco sul mercato azionario e di costituire un fondo sovrano da 2.000 miliardi di dollari, il più grande del mondo, nell'ambito di un importante piano per ridurre la sua dipendenza dal petrolio. L'obiettivo è quello di portare Aramco in Borsa nel 2018.
Rumors di slittamenti
Mentre gli esperti cominciano a dubitare della tabella di marcia, Aramco assicura il 23 ottobre 2017 che l'introduzione avverrà nella seconda metà del 2018. Il 1 gennaio 2018, il gigante petrolifero pubblico è diventato una società per azioni per la sua offerta pubblica iniziale. Ma il 12 marzo il Financial Times rivela che Riad prevede di rinviare l'operazione al 2019.
La settimana seguente, il Wall Street Journal rivela a sua volta che l'IPO si sarebbe svolta solo alla Borsa di Riad e non in un importante centro finanziario internazionale. Il 10 aprile il ministro delle finanze saudita conferma l'ipotesi di un rinvio al 2019, se le condizioni di mercato dovessero non risultare idonee per un suo debutto in borsa nel 2018.
Il nuovo obiettivo temporale
Il 5 ottobre 2018 Mohammed bin Salman, che è diventato principe ereditario, conferma che Aramco dovrebbe andare in Borsa "fine 2020 o inizio 2021". Lo slittamento è dovuto al fatto che non era soddisfatto della valutazione proposta, nel bel mezzo di un calo dei prezzi del petrolio greggio. Il 1 aprile 2019, Aramco presenta per la prima volta i propri conti alle agenzie di rating in previsione di un'emissione obbligazionaria, rivelando di essere di gran lunga la piu' grande azienda al mondo per i profitti incassati.
La settimana successiva, la sua prima emissione genera un enorme appetito tra gli investitori e l'azienda raccoglie 12 miliardi di dollari. Ma il 12 agosto, il colosso saudita annuncia un calo del 12% dei profitti nella prima meta' del 2019, a causa del calo del prezzo del petrolio.
Il colpo di acceleratore
Il 29 agosto, il Wall Street Journal fa sapere che Aramco sta considerando una IPO in due fasi, prima sul mercato di Riad, il Tadawul, e poi sul mercato internazionale. Questo scenario viene escluso però dal presidente di Aramco, Yasir al-Rumayyan. Il 14 settembre, un attacco drone rivendicato dai ribelli yemeniti prende di mira due impianti Aramco, dimezzando temporaneamente la produzione petrolifera del regno. Il gruppo assicura che l'IPO continuerà comunque come previsto nonostante l'attacco.
Il 14 ottobre il Presidente del Consiglio di Amministrazione di Aramco annuncia che l'operazione avrà luogo "molto, molto, molto presto". Ma il lancio ufficiale, previsto per il 20 ottobre, è di nuovo rinviato. Pochi giorni dopo, la televisione saudita Al-Arabiya fa sapere che Aramco farà il suo debutto in borsa a Riyadh l'11 dicembre e che gli investitori potranno sottoscrivere l'offerta a partire dal 4 dicembre.
Il calcio d'inizio
Il 3 novembre, l'autorità di regolamentazione del mercato finanziario saudita ha lanciato l'IPO, approvando la richiesta di tale operazione. Aramco conferma la sua intenzione di debuttare alla borsa di Riad, ma che non ha intenzione di andare all'estero in questo momento.
Prezzo di collocamento
Il 5 dicembre viene fissato il prezzo della quotazione della compagnia petrolifera nazionale saudita Aramco che è di 32 riyal per azione, pari a 8,53 dollari. Il prezzo per l'1,5 percento delle azioni porta ad Aramco 25,6 miliardi di dollari, per una valutazione complessiva dell'azienda di 1.700 miliardi di dollari, un record. In precedenza il primato spettava all'Ipo del gruppo cinese di e-commerce Alibaba, che aveva ottenuto 25 miliardi di dollari. Le azioni di Aramco, la piu' grande compagnia petrolifera al mondo, inizieranno a essere scambiate la prossima settimana sul listino nazionale saudita, il Tadawul.