L'acquisizione della catena di gioiellerie Tiffany per 14,7 miliardi di euro è solo l'ultimo 'colpo' del colosso francese del lusso Lvmh. "Abbiamo l'ambizione di far brillare questo marchio emblematico con tutta la determinazione e la cura che abbiamo saputo mettere in campo per tutte le altre maison che si sono unite a noi nel tempo", è stata la prima dichiarazione del patron miliardario di Lvhm, Bernard Arnault, a operazione conclusa. Il suo patrimonio oggi vale oltre 100 miliardi di dollari (107,6 miliardi per la precisione).
La multinazionale con sede a Parigi è proprietaria di 75 marchi divisi in aziende di alta moda che danno lavoro a 145.000 persone nel mondo. Parliamo di maison del calibro di Christian Dior, Bulgari, Dkny, Fendi, Celine, Guerlain, Givenchy, Kenzo, Loro Piana e Louis Vuitton.
Un impero che spazia dalle borse all'abbigliamento, dai gioielli alle catene di retail, dalla cosmetica agli alcolici. Si pensi agli orologi (Tag Heuer), alle catene di distribuzione di prodotti di bellezza (Sephora e il parigino Le Bon Marché, considerato il "primo grande magazzino del mondo") fino ai vini e liquori (dagli champagne Moet & Chandon, Krug e Veuve Clicquot al cognac Hennessy) e all'editoria (Les Echos, Le Parisien, Radio Classique).
Senza contare la catena di alberghi esclusivi Cheval Blanc e il gruppo specializzato in alberghi e viaggi (via treno e nave) di altissima gamma Belmond, proprietario tra gli altri dell'Hotel Cipriani a Venezia, dello Splendido a Portofino e del Caruso di Amalfi, ma anche degli iconici Copacabana Palace a Rio e '21 Club' a New York. Un colosso del lusso la cui mission è "simboleggiare l'eleganza e la creatività attraverso i propri prodotti e la cultura che questi rappresentano coniugando tradizione e modernita'".
Le origini e l'arrivo di Arnault "Il visionario"
Corre l'anno 1987. All'Hotel Plaza di Parigi, Alain Chevalier e Henri Racamier annunciano le nozze e la creazione di un nuovo gruppo del lusso, Lvmh: si tratta di un acronimo per Louis Vuitton Moet Hennessy, nato appunto dalla fusione tra le imprese Louis Vuitton, specializzata negli accessori di moda guidata da Racamier, e Moet Hennessy, azienda di vini e alcolici, di cui a sua volta e' patron Chevalier. I due manager pero' non vanno per niente d'accordo e l'anno successivo a risolvere le frizioni ci pensa Bernard Arnault, che prende le redini del gruppo. Tra le sue qualita', c'e' quella di essere un ambiziosissimo (nonche' ricco) visionario: da quel nucleo iniziale di borse e valigie (all'epoca Vuitton era famoso soprattutto per la pelletteria) e alcolici di alta gamma pensa subito di costruire un gruppo che abbracci tutti i settori del lusso.
Internazionalizzazione e diversificazione
Nel 1999 inizia il suo processo d'internazionalizzazione di Lvmh, con l'acquisto di 25 marche leader. Una manciata di anni dopo il sogno di Bernard Arnault si realizza: la società diventa leader mondiale del lusso con un portafoglio di oltre settanta marchi di prestigio nel campo di vini e liquori, tra cui Chateau d'Yquem, Moet & Chandon, Veuve Clicquot, Krug, e Hennessy Glenmorangie e in il settore della moda con Louis Vuitton, Celine, Kenzo, Fendi, Guerlain, Marc Jacobs, Givenchy, Chaumet e Bulgari.
Diventa presente anche nel campo dei media, tra cui Les Echos, Le Parisien e Radio Classique, in distribuzione con Sephora e Le Bon Marché. e nel settore alberghiero di lusso con il palazzo Cheval Blanc Courchevel. Un successo su tutti fronti, che con le nuove acquisizioni permette all'impero Arnault di diversificarsi ulteriormente.
2018 l'anno del record
Il settore del lusso non conosce crisi. Lvmh sconfigge anche il timore di un rallentamento degli acquisti da parte dei clienti cinesi e nel I trimestre dell'anno corre in Borsa segnando il nuovo massimo storico a 346 euro per chiudere a 344,95 (+4,61%). Il gruppo parigino chiude il trimestre con un'accelerazione della crescita, nettamente superiore alle attese degli analisti. I ricavi salgono del 16% a 12,5 miliardi di euro. In un report di Rbc Capital Markets si legge che Lvmh continua a essere una societa' attraente per gli investitori dato che vanta "una leadership in diversi mercati, una forte diversificazione delle sue attivita', un ottimo management e una presenza geografica ben diffusa a livello mondiale". D'altronde il 2018 si e' chiuso con conti da record: le vendite sono cresciute del 10% a 46,8 miliardi di euro, mentre il risultato operativo ha conquistato la soglia di 10 miliardi, vantando un progresso del 21%, anche grazie al miglioramento dell'1,9% del margine pari al 21,4%. L'utile netto sale a 6,3 miliardi (+18%).
Arnault è il secondo Paperone al mondo
Forte di questo successo, Arnault mette a segno un'altra importante conquista. Lo scorso luglio l'agenzia Bloomberg calcola che grazie al forte rialzo di Borsa di Lvmh, il suo patrimonio personaleè cresciuto dall'inizio dell'anno di 32 miliardi di dollari, arrivando a superare la fatidica quota 100 miliardi. E il francese diventa il secondo uomo piu' ricco del mondo, scalzando il fondatore di Microsoft Bill Gates (che slitta al terzo posto) e ponendosi subito dopo il 'Paperone' Jeff Bezos. Il balzo della ricchezza del settantenne Arnault è il più ampio fra i miglioramenti registrati dai 500 miliardari che fanno parte del Bloomberg Billionaires Index.