Mossa a sorpresa di Sergio Mattarella: i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Landini, Furlan e Barbagallo, saranno ricevuti questa sera al Quirinale alle 19,30 dal Presidente della Repubblica. Lo si apprende da fonti sindacali. L'incontro era stato richiesto dai tre sindacati sulla vicenda ex Ilva.
Un invito a non spegnere gli altiforni dell'ex Ilva intanto è arrivato dai giudici, che invitano l'azienda a non agire fino alla definizione della causa civile. È quanto chiedono i giudici di Milano, tramite il presidente del Tribunale Roberto Bichi, ad Arcellor Mittal. Fonti giudiziarie spiegano che, non essendoci un provvedimento diretto alle parti poiché la prima udienza è il 27 novembre, quelllo di Bichi è solo un 'invito' alle parti, una sorta di moral suasion, ma importante visto che arriva da chi dovrà esprimersi sul ricorso d'urgenza promosso dalla ex Ilva nei confronti della multinazionale.
Nei giorni scorsi, Arcelor Mittal aveva presentato ai sindacati un programma di chiusure scadenzate del siderurgico di Taranto che prevede che l'altoforno 2 sia fermato il 13 dicembre, l'altoforno 4 a fine dicembre e l'altoforno 1 a metà gennaio. Intanto l'inchiesta della Procura entra nel vivo. Stamattina nell'ufficio del pubblico ministero Stefano Civardi, uno dei titolari del fascicolo, sono state ascoltate alcune persone informate sui fatti. A quanto si è appreso, nelle prossime ore potrebbero essere formulate delle ipotesi di reato.
L'assemblea del consiglio di fabbrica a Taranto
A Taranto in mattinata si è concluso il consiglio di fabbrica dell'ex Ilva. Per i lavoratori la situazione "rischia di implodere soprattutto in assenza di risposte chiare da parte di due attori principali quali ArcelorMittal e il Governo". "Il 27 novembre - si sostiene - è stata fissata, dal Tribunale civile di Milano, la data dell'udienza in cui si pronuncerà in merito alla retrocessione dei rami d'azienda richiesta dalla multinazionale. Bisogna, pertanto, dare risposte certe e immediate a lavoratori e cittadini, ognuno - dicono Fim, Fiom e Uilm - in base alle proprie responsabilità, per garantire il futuro ambientale, occupazionale e produttivo di Taranto".
Nel documento finale il consiglio di fabbrica di ArcelorMittal Taranto fissa poi delle priorità per i lavoratori e i sindacati. Nell'ordine, si tratta di: "Rispetto dell'accordo ministeriale del 6 settembre 2018; Sospensione immediata delle procedura ex. art.47 da parte della multinazionale per porre definitivamente fine al caos generato che rischia di far implodere lavoratori e cittadinanza; Garanzie della continuità produttiva con sospensione immediata della procedura del piano di fermata".
Inoltre per l'indotto-appalto siderurgico, "in attesa dell'incontro con Confindustria - affermano Fim, Fiom e Uilm - si richiede l'immediata sospensione delle procedure di cassa integrazione e di provvedere a regolare pagamento delle retribuzioni dei lavoratori". È indetto un programma di assemblee con i lavoratori Am e appalto e si dichiara che "in caso di mancate risposte da parte di Am e Governo, così come nei giorni scorsi, si programmerà una mobilitazione di gruppo a Roma per impedire il disastro sociale e ambientale irreversibile di un territorio già fortemente provato".