"Sotto il profilo occupazionale, nell'intero periodo di attuazione del piano industriale" proposto da Am Investco "si valuta che la produzione complessivamente realizzata avrebbe creato circa 51.000 posizioni lavorative, di cui 41.000 in Puglia e le restanti altrove (anche in questo caso: la gran parte nel Centro-Nord). La stima è fornita dalla Svimez che ha valutato non soltanto l'effetto immediato della chiusura degli stabilimenti ex Ilva rispetto all'attuale situazione ma anche quanto l'Italia perde dal non portare a termine il piano industriale che l'azienda si era impegnata a realizzare.
Inoltre, prosegue Svimez, la chiusura dello stabilimento ex Ilva di Taranto avrebbe "un impatto annuo sul Pil nazionale considerando gli effetti diretti, indiretti e indotti, in 3,5 miliardi di euro, di cui 2,6 miliardi concentrati al Sud (in Puglia) e i restanti 0,9 miliardi nel Centro-Nord, pari allo 0,2% del Pil italiano". E aggiunge: "Se consideriamo l'impatto sul Pil del Mezzogiorno si sale allo 0,7%".
Una conseguenza negativa, spiega lo Svimez, si avrebbe soprattutto sulle esportazioni (-2,2 mld) ma anche sui consumi delle famiglie (-1,4 mld), considerando il significativo impatto del venir meno degli stipendi degli addetti dello stabilimento, dell'indotto diretto e degli effetti occupazionali del rallentamento dell'economia.
Svimez ricorda infatti che l'occupazione impegnata da Ilva e di quasi 10.000 addetti (di cui oltre l'80% a Taranto), di circa 3 mila dipendenti nell'indotto e di altri 3 mila addetti legati all'economia attivata dall'azienda. Parliamo di un bacino complessivo di oltre 15 mila persone che rischierebbe di perdere il salario.