Facebook non vuole fare alcun passo indietro, la struttura c'è, eppure il lancio di Libra potrebbe slittare. È il vicepresidente e già capo della comunicazione della società che sta dietro la moneta digitale di Menlo Park a dirlo al Financial Times: "Anche se potremmo essere pronti per quanto riguarda la tecnologia", ha detto in un'intervista al quotidiano finanziario Dante Disparte, "il quadro normativo è piuttosto incerto. Abbiamo la necessità di avere le approvazioni regolamentari e potrebbero non arrivare per tempo". Tradotto: il lancio di Libra nel 2020 potrebbe slittare.
Dall'annuncio di Zuckerberg dello scorso giugno a oggi il percorso di Libra si è fatto piuttosto in salita. Prima i dubbi della politica e delle istituzioni, ancora intenzionate a vederci chiaro sul reale obiettivo di Zuckerberg e se il suo progetto potrebbe minare in qualche modo la sovranità monetaria dei Paesi in cui potrà essere usata. A questo nelle ultime settimane si è aggiunto il progressivo abbandono della Libra Association, l'associazione che gestirà di fatto la moneta, da parte di partner fondamentali per il nuovo progetto, come PayPal, MasterCard e Visa. Anche eBay e Booking, tra i gruppi tecnologici che avrebbero dovuto adottare la moneta, hanno deciso di non farlo più.
Eppure, traspare dalle parole di Disparte, si va vanti. Facebook lo farà con Calibra, la controllata che si giocherà la partita della digital coin con le altre 21 aziende rimaste nel progetto: Uber, Spotify, Vodafone e Iliad, tra le altre. Ventuno aziende per i 21 nodi della rete che dovrebbero controllare e garantire le transazioni nella nuova valuta digitale, che sarà basata su una tecnologia blockchain. Sempre che qualcun altro non voglia aderire prima del lancio, allargando la base dei 'controllori' e forse degli utenti.