A Monaco di Baviera, presentando il Mate 30 Pro, lo smartphone della discordia perché sarà il primo di Huawei a non montare la suite completa della app di Google, Richard Yu, ceo della azienda cinese, ha parlato per un'ora e mezza. Ottantotto minuti sono stati dedicati alle peculiartità di uno dei device più sofisticati ad arrivare sul mercato e solo due al fatto che monterà una versione ridotta di Android. Quella, per intendersi, che si può ottenere senza una licenza ed evitando così di violare la blacklist di aziende che, secondo la Casa Bianca, possono fare affari con le compagnie Usa solo previa autorizzazione del governo.
Era attesa una presentazione di fuoco, come la conferenza stampa tenuta da Ken Hu, presidente di Huawei al Mobile World Congress di Shanghai. E invece Yu ha riservato le staffilate a un incontro a porte chiuse con una decina di media statunitensi: il modo migliore per veicolare il messaggio al destinatario seduto al 1600 di Pennsylvania Avenue. Ecco, in pillole, cosa ha detto in 45 minuti di conversazione con la stampa.
Come funziona Android del Mate 30 Pro e perché non è stato usato HarmonyOs
"Usiamo la piattaforma Android Open Source: il consumatore può scaricare le app di cui ha bisogno da molti app store. Vogliamo sostenere la partneship che abbiamo con Google, vogliamo continuare a collaborare con aziende statunitensi come Google. Se non possiamo lavorare con queste aziende a causa del divieto degli Stati Uniti, creeremo le nostre soluzioni. HarmonyOS è pronto per l'implementazione in alcune aree, ma in questo momento lo abbiamo rinviato perché vogliamo ancora lavorare con Google. Penso che questo divieto degli Stati Uniti abbia distrutto questo settore, lo ha spaccato ed è dannoso per le aziende statunitensi. Lo smartphone non ha alcuna relazione con l'infrastruttura di rete o la sicurezza del 5G. Quindi è davvero difficile capire perché gli Stati Uniti si stiano comportando in questo modo. Huawei mirerà a fornire soluzioni alternative per i nostri utenti: non è possibile installare il core Google Mobile Services, quindi la nostra soluzione si chiama di Huawei HMS e Huawei App Gallery. Anche se non è possibile utilizzare Play Store, alcune app di Google si trovano in altri store".
Che succede se vengono meno il bando e la blacklist
"Se la questione con gli Stati Uniti si risolve in modo positivo, possiamo aggiungere i servizi Google in una notte. Possiamo farlo immediatamente. Negli ultimi anni abbiamo apportato grandi contributi all'ecosistema Android. Stiamo guidando molte delle innovazioni. Portiamo molti profitti alle aziende statunitensi".
A che servirà il miliardo di dollari che Huawei spenderà per la sua galleria di app
"Stiamo lavorando con gli sviluppatori per implementare applicazioni per i device Huawei. Oggi Google e Apple prendono il 30% delle entrate del loro app store, con lo sviluppatore che tiene per sé il 70% del guadagno. Con Huawei, prendiamo solo il 15% e diamo l'85% allo sviluppatore. Maggiori entrate per lo sviluppatore di app significano più profitti e ci piace questo tipo di incoraggiamento. Dobbiamo farlo - siamo stati costretti a farlo dal governo americano. Non abbiamo scelta"
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Che succederà alle vendite di Huawei
"All'interno della Cina, le vendite aumenteranno. Al di fuori della Cina, potrebbe diminuire. Il mercato è più competitivo in Cina, ma il mercato cinese avrà una forte domanda e crescita. Venderemo sul mercato globale, ma di sicuro alcuni mercati saranno influenzati dal cambiamento. Dopo maggio, con il bando, le nostre vendite al dettaglio sono diminuite, ma ora si stanno riprendendo rapidamente, già lo vediamo nel terzo trimestre. Credo che potremo vedere più di 20 milioni di unità del Mate 30 e che questa serie sarà un grande successo, credo. Alcuni consumatori adorano i nostri prodotti anche senza le app di Google e la domanda del mercato cinese sarà enorme".
Come stanno le cose con gli Usa
"Huawei è considerata una moneta di scambio nella partita tra Usa e Cina e questo non è un bene. Chi si limita a metterci in relazione con la Cina non considera che Huawei è un'azienda mondiale. Operiamo in oltre 170 Paesi e rispettiamo le leggi di ognuno di essi. Questa guerra commerciale non fa bene a nessuno. E' come una guerra vera: danneggia entrambe le parti. Credo che finirà prima o poi perché sta facendo troppi danni"