Crolla lo yuan, toccando per la prima volta dal 2008 la fatidica soglia delle 7 unità per un dollaro: un elemento di novità che fa correre il rischio di alimentare la guerra commerciale sino-americana. Stamane lo yuan onshore è sceso a 7.0499 yuan per la prima volta in undici anni, mentre lo yuan offshore, più libero, ha raggiunto 7.1114 yuan per la prima volta dal 2010.
COS'È LO YUAN. La moneta cinese è ufficialmente il renminbi, mentre lo yuan è soltanto un'unita di conto. Ci sono delle differenze tra lo yuan onshore, il CNY, e lo yuan offshore, il CNH, che sono due mercati distinti. Oltre alle differenze tecniche, la principale caratteristica del CNY è che il suo tasso di cambio con il dollaro USA è determinato dalla banca centrale cinese. Gli operatori del mercato in CNY sono normalmente degli esportatori onshore, che acquistano yuan CNY e vendono dollari americani.
Per definire la propria politica monetaria e stabilire il tasso di cambio, la banca popolare cinese acquista anche dollari USA. Il CNY non è liberamente convertibile: può muoversi contro il dollaro solo entro un intervallo del 2% attorno ad un tasso centrale determinato ogni giorno dalla banca centrale. A differenza del CNY, il tasso di cambio del CNH è determinato dall'offerta e dalla domanda privata di CNH, per quanto l'offerta del CNH venga soppressa mediante regolamento dal governo cinese.
La domanda di CNH (ad esempio quella degli speculatori che prevedono un apprezzamento della moneta cinese) è, in linea generale, superiore all'offerta. Pertanto, il CNH viene spesso negoziato a livelli più alti rispetto al valore del CNY.
COSA SIGNIFICA IL DEPREZZAMENTO YUAN. Quando una valuta perde valore, i prezzi dei prodotti denominati in quella valuta diminuiscono di conseguenza per gli acquirenti con altre valute, il che favorisce le esportazioni. E questo penalizza il commercio estero Usa, come più volte lamentato da Trump. Secondo alcuni analisti, il declino dello yuan potrebbe però anche avere un effetto domino sulle altre valute dei paesi emergenti asiatici e sconvolgere le loro economie.
LA MOSSA DELLA BANCA CENTRALE CINESE. Lasciando la valuta sotto i 7 yuan, dimostra che le autorità cinesi hanno praticamente abbandonato ogni speranza di un accordo commerciale con Washington. I negoziati riprenderanno a settembre, e gli investitori sono spaventati.
GUERRA DELLE VALUTE O GUERRA DEI DAZI? Secondo gli analisti, "l'aggiunta di un nuovo fronte monetario alla disputa commerciale in corso tra le due superpotenze economiche mondiali potrebbe aggravare ulteriormente le tensioni e potenzialmente ostacolare la crescita dell'economia globale". Per Trump, è in corso una "manipolazione della moneta". La banca centrale cinese, da parte sua, cita come motivo del crollo dello yuan "l'unilateralismo, le misure protezionistiche e l'imposizione di tasse".
LE ACCUSE DI TRUMP. Il Presidente degli Stati Uniti accusa regolarmente la Cina di manipolare la sua valuta, anche se il Tesoro americano ha concluso nella sua ultima relazione semestrale che nessuno dei principali partner commerciali degli Stati Uniti - in particolare la Cina - ha manipolato la sua valuta per ottenere un vantaggio sleale.