Sale di livello lo scontro fra Autostrade per l'Italia (Aspi), la società del gruppo Atlantia che ha in concessione 3 mila chilometri di rete autostradale italiana, e il governo che, dal crollo lo scorso agosto del Ponte Morandi di Genova, ha dichiarato l'intenzione di ritirarne la concessione. A spiegare ufficialmente la posizione dell'esecutivo, dopo aver studiato le oltre 60 pagine del parere tecnico di una commissione insediata presso il suo ministero, il titolare delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli.
"Chi fa crollare un ponte con 43 morti non è stato in grado di rispettare le regole e non è all'altezza di gestire un bene pubblico italiano". L'affondo del Ministro è avvenuto ad Annone Brianza, in provincia di Lecco, a margine dell'inaugurazione di un nuovo ponte, che ne sostituisce uno crollato nell'ottobre 2016, in un incidente costato la vita a una persona che transitava sulla statale sottostante.
Per Toninelli nel mirino ci sono tutte le concessioni in mano ad Aspi, e non soltanto il ramo ligure. "È venuto totalmente meno il rapporto sui fiducia nei confronti di un concessionario che si è dimostrato incapace di gestire un bene pubblico, questo deve portare a una evidente revoca della concessione perché le relazioni fanno capire come il modello manutentivo applicato al Ponte Morandi a Genova sia lo stesso applicato su tutti i 3.000 chilometri".
Una visione, quella del ministro, che la controllata di Atlantia - i cui azionisti di riferimento sono la famiglia Benetton - respinge con durezza. Se il gruppo, in primis, stigmatizza di non aver ricevuto "alcuna comunicazione" e di aver appreso solo dalla stampa i contenuti della commissione ministeriale, con una diffusione "in modo pilotato e parziale di stralci" del documento, nel merito per Aspi "dalle anticipazioni non sembrerebbe emergere alcun grave inadempimento agli obblighi di manutenzione ai sensi del contratto di concessione".
Il gruppo autostradale ha poi ribadito come "la sicurezza della rete sia stata confermata anche da ulteriori verifiche fatte da primarie società terze" e che resta "fortemente impegnato a garantire i migliori standard di sicurezza che hanno contribuito, dopo la privatizzazione, ad un sostanziale miglioramento dei livelli di sicurezza della circolazione".
Altro punto su cui i due attori in campo divergono è quello relativo all'indennizzo che da contratto spetterebbe ad Aspi, se la concessione venisse revocata, stimato da alcuni analisti, come quelli di Mediobanca, in oltre 20 miliardi. "I termini della convenzione prevedono, nella denegata ipotesi di revoca, il pagamento di un cosiddetto indennizzo che corrisponde al giusto valore della concessione, secondo i criteri contrattualmente previsti. La sussistenza di tale obbligo di indennizzo, come riportato dalla stampa, e' confermata anche dalla stessa relazione della Commissione".
Una linea respinta al mittente da Toninelli, secondo cui si tratta di una clausola presente solo perché "i politici professionisti che hanno preceduto questo governo hanno dato un enorme potere ad Atlantia". Un potere "enormemente superiore rispetto al potere dello Stato". La clausola viene ritenuta "illegittima e incostituzionale, per noi non esiste". Il Ministro fa riferimento all'articolo che prevede che "anche se lo Stato revoca in maniera legittima la concessione debba pagare da qui al 2038 tutti gli utili netti".
"Penso che con calma, nelle prossime settimane costruiremo il percorso che chiude il procedimento amministrativo. Ci sarà un decreto mio e del ministro Tria e si vedrà cosa si potrà fare, senza nessun caos" ha detto ancora Toninelli. Le novità del weekend e le parole del rappresentante del governo hanno intanto riacceso le polemiche sia politiche che sui mercati: a Piazza Affari Atlantia ha chiuso in ribasso del 3,32%.
Sul fronte politico, poi, oltre alle accuse di danneggiare una società quotata ad indagini ancora in corso, c'è anche aperto un fronte con la Lega, a cui Toninelli ha mandato un avviso: "Siccome i Benetton hanno tantissimi avvocati spero che la Lega non si aggiunga a lista infinita di avvocati strapagati dal concessionario Aspi ma tuteli l'interesse pubblico che e' stato evidentemente leso".