Nessuno chiede all'Italia tutto e subito ma sul debito serve un piano credibile per ridurlo. Da Vilnius, in Lituania, dove si è tenuto il Consiglio direttivo, il presidente della Bce, Mario Draghi, è tornato a parlare dell'Italia. I giornalisti stranieri lo interrogano sul nostro paese, sul braccio di ferro con la Commissione Ue sulla procedura per debito eccessivo e sui minibond. Il piano di rientro del debito del governo italiano "deve essere credibile", ha sottolineato Draghi, aggiungendo che nessuno ha chiesto all'Italia "di ridurre il rapporto debito/Pil subito".
"Noi non siamo interlocutori della Commissione Ue né del Consiglio - ha aggiunto - ma ritengo che nessuno abbia chiesto una rapida riduzione del debito/Pil all'Italia che sappiamo tutti essere impossibile. Piuttosto un piano di medio termine che sia credibile come le azioni che seguiranno per attuarlo".
Altra questione che lascia perplessi gli interlocutori europei sono i minibond sulla cui introduzione la settimana scorsa è stata approvata una mozione in Commissione Bilancio della Camera. Anche in questo caso, il presidente della Bce non lascia margini di discussione: "O sono un'altra moneta e quindi illegali oppure sono altro debito. Non vedo una terza possibilità", ha evidenziato.
In ogni caso, Draghi sottolinea che "le condizioni attuali non sono paragonabili a quelle che avevamo sette anni fa; abbiamo una crescita dell'occupazione e un aumento dei salari, ma certamente dobbiamo essere preparati" a possibile eventi avversi. Quegli accadimenti che, nel 2012, gli fecero proferire la frase "whatever it takes" che placò la speculazione proprio sul debito italiano.
La Banca centrale ha deciso poi di lasciare, come previsto i tassi invariati, almeno fino alla prima metà del 2020. Novità per quanto riguarda le operazioni di rifinanziamento per le banche. L'Eurotower ha lanciato il Tltro III ovvero interessi ribassati per gli istituti che concederanno prestiti. "Concedendo prestiti netti idonei superiori a un valore di riferimento, nelle Tltro III le banche beneficeranno di un tasso di interesse inferiore, che potrà essere ridotto fino a raggiungere un livello pari al tasso medio applicato ai depositi presso la banca centrale per la durata dell'operazione con l'aggiunta di 10 punti base", spiega la Bce.
Infine, l'istituto centrale ha rivisto al rialzo le stime del Pil dell'Eurozona nel 2019: per quest'anno crescerà dell'1,2% anziché dell'1,1% previsto a marzo mentre la previsione per il prossimo anno è rivista al ribasso all'1,4% (dall'1,6%) di marzo. Per il 2021, il Pil crescerà dell'1,4% anziché dell'1,5% precedentemente previsto. L'anno scorso, secondo le nuove stime della Bce, il Pil è cresciuto dell'1,8% e non dell'1,9%.