Per risarcire i risparmiatori 'truffati' dalle banche passa la linea dettata dal ministro dell'Economia, Giovanni Tria, e concordata con Bruxelles: un doppio binario per evitare il veto della Commissione europea che consentirà rimborsi diretti fino a 35 mila euro di reddito.
Lega e M5s spingevano invece per un ristoro per tutti indiscriminatamente. Il via libera alla soluzione del 'doppio canale' di risarcimento, è arrivato al termine del tavolo a Palazzo Chigi con tutte le associazioni dei risparmiatori. L'accordo prevede che vi sia una modifica normativa alla norma primaria, la legge di bilancio, per consentire rimborsi diretti a chi ha 35 mila euro di reddito imponibile nel 2018 e 100 mila euro di patrimonio mobiliare, cioè, secondo le stime dell'esecutivo, circa il 90% degli interessati; il restante 10% avrà i rimborsi tramite un arbitrato semplificato.
A questo proposito, nella norma verrà prevista la 'tipizzazione delle violazione massive', sia contrattuali sia extra contrattuali. Anche i vecchi azionisti potranno accedere al fondo indennizzi. L'arbitrato per coloro che restano fuori dalla corsia preferenziale sarà standardizzato e sarà prevista una procedura semplificata per cercare di abbreviare il più possibile i tempi di rimborso.
Questa sorta di esame di merito verrebbe portato avanti dalla Commissione di 9 esperti istituita al Mef. Secondo i risparmiatori, nella norma potrebbe rientrare il 'misselling', ovvero il riconoscimento della vendita fraudolenta posta dalle direttive comunitarie come presupposto al rimborso attraverso soldi pubblici.
La norma approderà domani in Consiglio dei ministri e dovrebbe essere inserita nel decreto crescita approvato 'salvo intese' e in un secondo momento saranno emanati i decreti attuativi. A dettare i tempi per l'apertura delle domande per i rimborsi è il sottosegretario all'Economia, Massimo Bitonci che uscendo da Palazzo Chigi ha assicurato che si darà il via "ancora prima della fine di maggio".
I risparmiatori però sono scettici sui tempi
Anche se, secondo i risparmiatori, non ci sarebbero i tempi tecnici per ottenere i ristori entro il 2019. Le associazioni dei risparmiatori coinvolti nelle crisi bancarie (Banca Etruria, Banca Marche, CariChieti, Carife e banche venete) presenti oggi all'incontro sono state chiamate a votare per alzata di mano, 17 hanno accolto la proposta messa a punto dal ministro dell'Economia e due si sono dette contrarie: 'Noi che credevamo in Banca Popolare di Vicenza' e il coordinamento 'Don Torta'.
"Io non mi prendo la responsabilità di approvare e dire di sì a una cosa che non ho letto", ha dichiarato Luigi Ugone, il presidente dell'associazione 'Noi che credevamo in Banca Popolare di Vicenza. "Io non mi prendo la responsabilità di accettare qualcosa a carte chiuse", ha aggiunto.
A spiegare la posizione delle associazioni che invece hanno votato a favore della proposta dell'esecutivo è stata Letizia Giorgianni, presidente dell'associazione Vittime del Salvabanche: "Si è cercato un compromesso fra la legge di bilancio e il corridoio più stretto dei vincoli europei. La maggioranza delle associazioni ha votato in maniera affermativa non tanto nel merito ma perché dare un ulteriore stop avrebbe significato la riscrittura del testo oppure anche un altro stop dall'Europa. I tempi ormai si sono allungati fin troppo, i risparmiatori hanno bisogno di rientrare in possesso di questi soldi anche perché per molti di loro erano tutto quello che avevano".
"Si è individuato - ha proseguito - secondo quanto dice in maniera un po' troppo ottimistica il governo un rientro del 90% dei risparmiatori, ma noi non la vediamo cosi' per quanto riguarda il forfettario cioè le persone che avranno diritto a un rimborso automatico senza presentazione di un'istanza e questi sono i paletti che avevamo anche noi, un reddito inferiore ai 35 mila euro annuali e dei valori mobiliari sotto i 100 mila. Questi saranno i fortunati che potranno accedere a questo tipo di rimborso, per gli altri si riaprono le forche caudine dell'arbitrato, questo è stato il dolorosissimo compromesso individuato a seguito dei dialoghi con Bruxelles".