Rivali nelle vendite, alleati nella mobilità condivisa: Bmw e Daimler AG hanno battezzato Share Now, nuovo operatore di car sharing che unisce due marchi fino a ora concorrenti: car2go e DriveNow. E se i marchi tedeschi continuano a darsi battaglia negli autosaloni, si stringono la mano e investono insieme la bellezza di un miliardo per mettere in comune la propria flotta: “La concorrenza fa bene – ha spiegato Olivier Reppert, fino a ora capo di car2go e adesso ceo di Share Now - ma in questa fase la vera sfida per il car sharing è convincere le persone a non possedere un'auto”. Obiettivo non da poco, anche perché fissato da chi le macchine le produce e le vende.
Come funzionerà Share Now
Portando sotto lo stesso ombrello car2go e DriveNow, Share Now mette insieme 20.000 vetture (Bmw, Mercedes-Benz, Smart e Mini), 3200 delle quali elettriche, con oltre 4 milioni di utenti in 13 Paesi e 30 città. In una delle due app, gli utenti possono vedere i veicoli di entrambi gli operatori. E chi è iscritto ad uno solo dei due servizi potrà registrarsi gratuitamente a quello che ancora non possiede.
“A Milano, ad esempio – spiega Reppert - i clienti potranno trovare 1.440 Bmw, Mini e Smart sia nell'app car2go che nell'app DriveNow”. In un primo momento, però, sarà necessaria la registrazione a entrambi si servizi e la flotta continuerà a operare con due marchi distinti. Poi, dopo questo periodo di transizione, ci saranno un'unica app e un solo brand, Share Now.
Aperti a e-bike e pagamenti digitali
“Il mercato italiano – continua il ceo si Share Now - va valutato città per città, cercando il giusto mix di servizi. Ma è un mercato molto attrattivo, dal quale abbiamo già ottime risposte. Adesso dobbiamo essere capaci di ampliare la gamma dei modelli e la copertura del mercato, a partire dalle auto elettriche”. La nuova joint venture “non esclude nulla” e continua a esplorare. Da una parte non è preclusa l'integrazione di nuovi sistemi di pagamento digitali che fanno capo alle grandi società tecnologiche, come Apple, Google o Amazon.
Tutto dipende, ha spiegato Reppert, dalle “richieste dei nostri clienti, che analizziamo di continuo”. Se ci sarà domanda di nuovi metodi di pagamento, Share Now potrebbe rispondere. Discorso simile per soluzioni di mobilità che al momento Daimler e Bmw non hanno in portafoglio. Come le biciclette elettriche in condivisione: “Siamo aperti a nuovi servizi”.
Cinque società, un miliardo di euro
La società specializzata in car sharing è solo uno dei verticali nati dall'accordo tra Bmw e Daimler. L'intesa, firmata il 22 febbraio, mette insieme 14 marchi, 60 milioni di clienti e promette un investimento da un miliardo di euro. Oltre a Share Now, l'accordo ha dato vita ad altre quattro società (ognuna con un proprio ceo e con un proprio cfo): Reach Now riguarda i “servizi multimodali”, come l'acquisto di biglietti per il trasporto, la prenotazione di auto o l'affitto di biciclette; Charge Now si occuperà della rete di postazioni per la ricarica di veicoli elettrici.
Park Now mette insieme applicazioni come Park line, RingGo e ParkMobile ed è specializzata nei servizi per i parcheggi; Free Now concentra le attività che riguardano taxi (inclusa l'app MyTaxi) e vetture con autista (in concorrenza diretta con Uber). Bmw e Daimler puntano quindi a offrire servizi differenti per cucire una mobilità su misura per ogni città:
“La disponibilità di parcheggi e la viabilità – afferma Reppert - sono importanti per modulare l'offerta, puntando più o meno sulle mini-car, sui parcheggi e sulla definizione dei posti dove installare le stazioni di ricarica”.