I pastori che da giorni hanno ingaggiato la guerra del latte, inondandone le strade della Sardegna, guardano con speranza al tavolo della filiera riconvocato in prefettura a Cagliari, stavolta col ministro delle Politiche agricole Gian Marco Centinaio. Dopo la riunione fiume di giovedì al Viminale, le parti si sono divise ancora una volta sul prezzo: dai 60 centesimi contestati dai pastori gli industriali sono passati a proporre un acconto di 70 centesimi a litro, che la delegazione degli allevatori presente a Roma ha rifiutato, rilanciando con una base di partenza di almeno 85 centesimi, cioè la media delle ultime stagioni.
Pronti 49 milioni di euro
Governo e Regione Sardegna hanno messo a disposizione un totale di 49 milioni di euro per ritirare dal mercato il Pecorino romano, al cui prezzo è collegato quello del latte pagato dai trasformatori ai pastori. In particolare, la Regione è pronta a mettere subito a disposizione 15 milioni di euro, il Mipaf altri 10 milioni, provenienti dal fondo per la filiera ovicaprina nazionale, il ministero dell'Interno 14 milioni, mentre altri 10 milioni arriverebbero dal Banco di Sardegna, che oggi ha annunciato, su richiesta degli interessati, una moratoria di un anno sui finanziamenti accordati ai pastori. L'obiettivo è ritirare 67 mila quintali di forme di pecorino in eccedenza.
"Vogliamo comunque chiudere il prima possibile questa vertenza per il bene dei pastori", ha dichiarato l'assessore regionale all'Agricoltura, Pier Luigi Caria, "perciò, come Regione, siamo disponibili ad aggiungere altre importanti risorse. Lo stesso chiederemo di fare con determinazione al Governo, per svuotare completamente i magazzini e dare quindi un segnale forte ai mercati. Senza formaggi da vendere il prezzo schizzerebbe alle stelle e gli alibi di chi non vuole venire incontro alle richieste dei pastori scomparirebbero".
L'assist dell'Ue
"Sto lavorando con il Commissario europeo all'Agricoltura Hogan per assicurare una giusta remunerazione al duro lavoro dei pastori sardi", annuncia il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani. "Il Parlamento europeo chiede che vengano approvate al più presto le nuove regole Ue per proteggere agricoltori e allevatori da possibili abusi da parte degli altri attori della filiera per commercializzare i loro prodotti. Non è concepibile che un litro di latte costi meno di un litro d'acqua".
Il sostegno di Federdistribuzione
A favore dei pastori sardi si schiera anche Federdistribuzione le cui imprese associate si impegnano ad "organizzare, a partire dal week end del 23 e 24 febbraio 2019, una intensa campagna di valorizzazione di questo prodotto e più in generale dei prodotti di origine ovina". Nei punti vendita ciascuna insegna distributiva vestirà i propri spazi con materiali di comunicazione che inviteranno i consumatori ad avvicinarsi a questi prodotti.
Antitrust e Codacons: istruttorie e ricorsi
Intanto, l'Antitrust ha aperto un’istruttoria sui prezzi del latte sardo di pecora destinato alla produzione di pecorino romano Dop, sulla base della normativa sulle pratiche commerciali sleali nella filiera agroalimentare. Il procedimento è stato avviato nei confronti del Consorzio per la Tutela del Formaggio Pecorino Romano e di trentadue imprese di trasformazione ad esso aderenti, tutti con sede in Sardegna. L'Antitrust intende verificare se gli operatori abbiano imposto agli allevatori un prezzo di cessione del latte al di sotto dei costi medi di produzione. Quindi
il Codacons ha annunciato esposti alle procure di Roma e Nuoro, sollecitando "una formale indagine penale sulla vicenda del latte sardo, alla luce dei possibili reati a danno degli allevatori". L'associazione di consumatori riporta la denuncia Coldiretti Sardegna secondo cui "i pastori, per necessità di liquidità, sono costretti a firmare impegni sui prezzi di vendita del loro latte in bianco".