Una bocciatura senza mezzi termini: la Tav comporta più costi che benefici. E' il 'verdetto' che emerge dall'analisi sulla Torino-Lione pubblicata dal ministero dei Trasporti. Gli esperti, coordinati da Marco Ponti, sottolineano che "il progetto presenta una redditività fortemente negativa": i benefici sono pari a 885 milioni, le 'perdite' di 7 miliardi nello scenario realistico e si può arrivare fino a 7,8 miliardi in secondo scenario.
Entrambe le cifre prendono in considerazione i "costi a finire" dell'opera, al netto cioè degli 1,4 miliardi di euro già spesi. I benefici ambientali attesi, inoltre, "sono, a livello nazionale e ancor più europeo, di entità quasi trascurabile", e in caso di scioglimento del progetto della Tav il costo massimo tra penali e rimborsi potrebbe arrivare a 4,2 miliardi. Il dossier è stato firmato da cinque dei sei componenti il gruppo di lavoro.
Il ministro Danilo Toninelli parla di "numeri estremamente negativi, impietosi, ora deciderà il governo, nella sua piena collegialità". E assicura: "Si tratta della prima analisi costi-benefici realmente indipendente, lo ribadisco, per cui abbiamo evitato finalmente di chiedere all’oste se il vino è buono”. Il titolare del dicastero chiarisce che "la valutazione negativa della Torino-Lione" che ne emerge "non è contro la Ue o contro la Francia". E sul fronte interno ribadisce che "non c'è stata alcuna volontà di nascondere alcunché ma solo quella di rispettare un impegno internazionale al quale fa riferimento anche il contratto di governo".
LE CONCLUSIONI DEL REPORT. Gli effetti complessivi del progetto durante gli anni di esercizio – escludendo cioè il costo di investimento - risultano pari a 885 milioni. Questo risultato deriva dalla somma di due componenti di segno opposto: la prima, relativa ai flussi di merci, determina un effetto negativo pari a 463 milioni; la seconda, relativa ai passeggeri, determina un beneficio positivo pari a 1,3 miliardi.
Considerato che i costi attualizzati di investimento a finire e gestione dell’opera assommano a 7,9 miliardi, il valore attuale netto economico ossia la perdita di benessere – differenza tra costi sostenuti e benefici conseguiti - conseguente alla realizzazione dell’opera risulta pari a 7 miliardi".
5,7 MLD IL VALORE AL NETTO COSTI RIPRISTINO PER STOP OPERA. Al netto dei costi massimi di ripristino e messa in sicurezza del tunnel esistente, il Vane - ossia il valore attuale netto economico - risulta negativo e pari a -5,7 miliardi.
IL COSTO DI REALIZZAZIONE VA DA 12 A 16 MILIARDI. Con riferimento all'impatto sulle finanze pubbliche degli Stati interessati, il costo da sopportare in caso di realizzazione del progetto non è rappresentato dalla somma dei soli costi di investimento e di gestione; a questi devono infatti essere sommate le minori accise che portano il bilancio complessivo da 10 a 11,6 miliardi (flussi attualizzati) nello scenario 'realistico' e a 16 miliardi in quello 'Osservatorio 2011'.
I DUE SCENARI IPOTIZZATI. I tecnici utilizzano due scenari: nel primo si basano su stime di traffico merci e passeggeri, stilate a partire dal 2011 dall'Osservatorio sul Tav di Palazzo Chigi (si assume un tasso di crescita dei flussi di merci e di persone pari al2,5%). Nel secondo le stime sono riviste alla luce di prospettive "più realistiche" (si assume un tasso di crescita dei flussi di merci e di persone pari all’1,5%).
Il Vane (valore attuale netto, saldo tra i costi dell'opera, lavori e gestione, i costi esterni, i minori benefici per utenti e operatori, e dall'altra parte i benefici economici diretti e indiretti) è pari a 6.995 milioni di euro nello scenario "realistico" di previsioni di traffico (25,2 milioni tonnellate di merci nel 2059) e pari a 7.805 milioni nello scenario "ottimistico" (previsioni Osservatorio 2011, 51,8 milioni di tonnellate). Entrambi i calcoli sono stati fatti sui "costi a finire" dell'opera, al netto cioè degli 1,4 miliardi di euro già spesi, e considerando i costi sia della tratta internazionale che di quella italiana.
IL PESO DELLE ACCISE. Nello scenario "realistico", le accise pesano per 1,6 miliardi e non sono "decisive", come fa notare Toninelli, nel far pendere l’ago della bilancia dalla parte dei costi. Il ministro ricorda, in merito alle polemiche dei giorni scorsi, che "questo parametro era ben presente nell’analisi del 2011: anzi, il bilancio economico per gli Stati era assai più disastroso in quello studio: -7 miliardi per i mancati incassi fiscali sui carburanti. Infine, il minor gettito da accise è considerato un costo anche nelle linee guida francesi e comunque c’è un ampio consenso internazionale attorno a questa scelta metodologica, sulla quale non mi sarei comunque mai sognato di forzare o comprimere la totale libertà dei tecnici da me incaricati”.
TRASCURABILI I VANTAGGI AMBIENTALI. I benefici ambientali attesi – monetizzati pari a circa 5 miliardi nello scenario 'Osservatorio 2011' sono, a livello nazionale e ancor più europeo, di entità quasi trascurabile.
Vero che con la Tav le emissioni di C02 si ridurrebbero, ma obiettivi ambiziosi si otterrebbero solo grazie all’innovazione tecnologica dei veicoli. Se venisse realizzata la Tav, in media, in un giorno, la durata dei viaggi dei veicoli tra Milano e Parigi si ridurrebbero di 2 minuti e 20 secondi; quelli tra Milano e Lione si accorcerebbero di 1 minuto e 20 secondi e il tempo di attraversamento della tangenziale di Torino diminuirebbe di circa 5 secondi.
MASSIMO 4,2 MLD TRA PENALI E RIMBORSI. In caso di scioglimento del progetto della Tav il costo massimo tra penali e rimborsi potrebbe arrivare a 4,2 miliardi. "I molteplici profili evidenziati" nell'analisi costi/benefici sulla Tav "non consentono di determinare in maniera netta i costi in caso di scioglimento".