Cgil, Cisl e Uil hanno riempito piazza san Giovanni a Roma e ora chiedono al governo di ascoltare le loro richieste. Dal palco nessuno ha fornito cifre sui partecipanti ma i tre segretari generali hanno invitato l'esecutivo a contare i manifestanti e a rendersi conto che rappresentano 12 milioni di persone con idee e proposte per il Paese. "A chi governa questo Paese e va a incontrare chi protesta in altri Paesi diciamo che se hanno un briciolo di intelligenza ascoltino questa piazza e aprano il confronto: noi siamo il cambiamento", ha dichiarato il leader della Cgil Maurizio Landini.
"Qui oggi c'è l'Italia reale, lavoratori in carne ed ossa, persone che hanno fatto crescere e mandano avanti concretamente questo paese passo dopo passo. Niente a che vedere con gli slogan lanciati con i tweet e le dirette facebook. Ai professionisti della realtà virtuale diciamo: uscite dalla finzione, guardate queste bandiere", ha detto la segretaria generale della Cisl Annamaria Furlan.
"Mandate una foto" agli esponenti di governo - ha detto il leader della Uil, Carmelo Barbagallo - e vediamo se riusciranno a contarci. Abbiamo chiesto un confronto, stiamo aspettando che ci chiamino. Non possono essere autoreferenziali, questa piazza la devono ascoltare". E se l'esecutivo giallo-verde non darà risposte, i tre leader assicurano che la mobilitazione proseguirà: "Dopo questa giornata, se il governo ha un minimo di saggezza, dovrebbe aprire un tavolo di trattativa, ma se non dovesse succedere sappia che noi ci non fermeremo e andremo avanti finché non porteremo a casa quello che abbiamo chiesto", ha affermato Landini.
"Siamo determinati e diventeremo determinanti", ha sottolineato Barbagallo. "Il governo si fermi e cambi la sua linea economica", ha avvertito Furlan. I sindacati chiedono investimenti per rilanciare l'economia, politiche per il Mezzogiorno, una riforma fiscale che appiani le disuguaglianze, una riforma vera delle pensioni, la garanzia degli ammortizzatori sociali, più risorse per sanità, welfare, istruzione, scuola. In una parola, dare "futuro al lavoro", come recita lo slogan scelto per la giornata.
Il vicepremier Luigi Di Maio ha risposto alle critiche definendo "un po' singolare" che si scenda in piazza contro quota 100 quando non lo si era fatto contro la legge Fornero; osservazione già contestata da Cgil, Cisl e Uil, che hanno indetto scioperi e - ha detto oggi Barbagallo - fatto picchetti sotto Montecitorio. Quanto alla realtà virtuale, per Di Maio era "quella dei governi precedenti che hanno massacrato tutto quello che gli italiani avevano sull'altare dell'austerity: risparmi, lavoro, imprese".
A nome del M5s Maria Pallini, capogruppo alla Commissione Lavoro alla Camera, ha affermato che la manifestazione non era "contro il governo, ma contro i cittadini italiani che lo scorso 4 marzo hanno votato per il cambiamento. Un cambiamento che deve necessariamente coinvolgere anche i sindacati che ormai difendono un sistema marcio di privilegi".
A sostegno di Cgil, Cisl e Uil hanno partecipato al corteo numerosi esponenti del Pd e di Leu: "In piazza contro un governo che sta devastando il Paese", ha spiegato il candidato alla segreteria del Partito democratico, Maurizio Martina. "Giustamente l'Italia si sta mobilitando", ha osservato l'altro candidato Nicola Zingaretti.