L'economia cinese sta rallentando e le sue esportazioni risentono della guerra commerciale con gli Stati Uniti. Questo è ciò che è emerso dall'allarme vendite di Apple, che ha terremotato i mercati. Tuttavia anche altri importanti cambiamenti stanno emergendo in Cina, seppure in modo meno evidente, con implicazioni che stanno lentamente iniziando a rovesciare il sistema finanziario globale. È proprio su questi profondi e più silenziosi mutamenti che il Wall Street Journal ha puntato la lente di ingrandimento. Il quadro che ne emerge è per certi verso sorprendente: la Cina consuma di più, risparmia di meno e ha una gran fame di capitali stranieri.
Secondo il Wsj, la Cina, da tempo il principale risparmiatore mondiale e un grande acquirente di attività estere come i Treasury Usa, di cui è il primo detentore globale, è diventato ora un grande Paese consumatore. Sia chiaro, la Cina esporta ancora enormi quantità di merci. Ma dal momento che i cinesi sono diventati più ricchi, ne consumano anche di più. Nel 2015, il Paese ha esportato merci per circa 150 miliardi di dollari in più di quanto ne importasse. Nel terzo trimestre del 2018, il surplus commerciale cinese si è ridotto a soli 100 miliardi di dollari. Nello stesso periodo la spesa netta della Cina per il turismo è aumentata da 50 a oltre 80 miliardi di dollari.
Calano gli acquisti di titoli Usa
L'aumento della spesa per consumi ha ridotto gli acquisti di Treasury Usa. Le partecipazioni cinesi in Treasury hanno raggiunto il picco di 1.300 miliardi di dollari nel 2013 e si sono ora ridotte a 1.100 miliardi di dollari, una tendenza che potrebbe accelerare nel 2019, specie se le nuove tariffe statunitensi dovessero ridurre ulteriormente l'export cinese. Ciò potrebbe pesare sui prezzi dei titoli del Tesoro Usa a lungo termine.
Le disponibilità totali del Tesoro Usa verso l'estero sono rimaste sostanzialmente invariate dal 2014, ma da allora il debito complessivo del Tesoro eè aumentato di circa il 20%. Il rischio è che una domanda inferiore per le sue obbligazioni costringa il governo degli Stati Uniti a pagare di più per prendere in prestito. Ciò farebbe aumentare i tassi anche per le imprese e i consumatori Usa.
L'impatto sui Paesi emergenti
L'altro grande impatto che i cambiamenti in Cina stanno determinando è quello che riguarda gli altri Paesi emergenti. Man mano che la Cina consuma di più e risparmia di meno, Pechino ha sempre meno denaro disponibile per gli investimenti, che poi sono stati per 40 anni il vero volano del boom economico cinese. Per colmare questo divario Pechino ha cercato di attirare più capitali stranieri.
Secondo l'IIF, l'Institute of International Finance data, nel solo secondo trimestre 2018 la Cina ha attirato 61 miliardi di dollari di flussi netti di investimenti, triplicando così i suoi livelli trimestrali. Nel frattempo, tutti gli altri mercati emergenti nel 2018 hanno subito un deflusso netto di investimenti dall'estero di 45 miliardi di dollari. Una prima implicazione è che, anche se il dollaro si dovesse indebolire nel 2019, molte economie emergenti continuerebbero a incontrare difficoltà, perché dovrebbero entrare in competizione con la Cina per attirare il capitale di investimento straniero. L'altra implicazione è che la Cina, avendo più bisogno di denaro straniero, potrebbe avere più interesse a chiudere un accordo con gli Stati Uniti nel negoziato commerciale.