"In Italia i maggiori rischi per la stabilità finanziari derivano dalla bassa crescita e dall’alto debito pubblico". L'avvertimento è contenuto nel Rapporto sulla stabilità finanziaria della Banca d'Italia, secondo cui "la capacità del nostro paese di fronteggiare shock finanziari avversi è comunque sostenuta da diversi elementi positivi: l’indebitamento del settore privato è tra i più bassi nell’area dell’euro; la posizione debitoria netta verso l’estero continua a ridursi beneficiando dell’ampio avanzo commerciale; l’elevata vita media residua del debito pubblico attenua la trasmissione dell’aumento dei rendimenti dei titoli al costo del debito".
Nel secondo trimestre dell’anno, osservano i tecnici di via Nazionale, la quota di titoli pubblici italiani detenuta da investitori esteri si è ridotta di circa tre punti percentuali, al 24%, la variazione negativa più alta dal secondo trimestre del 2012. Nello stesso periodo la percentuale delle banche italiane è tornata a crescere, aumentando di circa due punti percentuali, al 18 per cento. Il calo della quota dell’estero e l’incremento di quella delle banche, aggiungono i tecnici di via Nazionale, sono proseguiti nel terzo trimestre, sebbene a un ritmo più moderato.