La speranza del ministro dell'Economia, Giovanni Tria, è che nell'Ue "non si giochi a quello che gli anglosassoni chiamano il 'chicken game', cioè correre verso il baratro per vedere chi si ferma prima, con il rischio di cadere tutti di sotto". La citazione fatta a Bruxelles rimanda a un tipo di sfida reso celebre dalla corsa mortale di "Gioventù bruciata" con James Dean, il film del 1955 diretto da Nicholas Ray. La "chicken run", la corsa del pollo (inteso come fifone, noi diremmo coniglio), prevedeva una sfida automobilistica tra due vetture in cui si procede a tutta velocità verso un dirupo e chi si lancia fuori per primo è il "pollo". Nel film il rivale di James Dean/Jim Stark, 'Buzz' Gunderson, resta impigliato nell'abitacolo e muore precipitando nel burrone.
All'Eurogruppo informale allargato a 27, Tria conferma filosofia e cifre del progetto di bilancio dell'Italia: "Il programma del governo non cambia - dice - anche se "c'è tutta l'intenzione di portare avanti la discussione" con la Commissione europea. L'eventualità di un'apertura della procedura per deficit eccessivo da parte di Bruxelles è concreta, ma il ministro dell'Economia replica che "l'Italia ha rimandato la risposta alla richiesta della Commissione, aspettiamo di vedere quale sarà la risposta, quale sarà il tono della risposta e quello che si richiede. Andiamo avanti passo dopo passo, vediamo cosa rispondono e noi risponderemo alle osservazioni che verranno fatte".
La discussione sul deficit? "Surreale"
Tria ammette che nel confronto con la Ue "non sta tutto ben funzionando", ma aggiunge che "bisogna interrompere questa corsa a uno scontro che non ha ragione di esistere" perché "qui si sta discutendo su uno 0,4% in piu' di deficit". Discussione "surreale" secondo il ministro dell'Economia, perché "stiamo discutendo di un deficit al 2,4%, uno dei più bassi della storia della finanza pubblica italiana", un Paese che da 20 anni ha un "surplus primario: dire che l'Italia è il Paese della finanza allegra è un falso storico. Non siamo i più bravi ma non siamo nemmeno i peggiori", aggiunge Tria citando il deficit della Francia.
"Questa non è una scusa ma poiché non si è mai parlato di deviazioni di altri Paesi ben più forti del nostro, non vedo perché si debba discutere oggi". Un tetto, quello del deficit al 2,4% del Pil, che non sarà superato, prosegue Tria, "sperando" che questo faccia calare uno spread che si mantiene saldamente al di sopra di quota 300.
Il rallentamento dell'economia europea inoltre, continua Tria, fa sì che il deficit sarà "piu' alto di quello che si pensava in giugno-luglio", aggiunge. Per questo "l'Italia ha deciso di fare una manovra molto moderatamente espansiva". Ma su questa decisione grava un "pregiudizio" da parte dei Paesi rigoristi, secondo il ministro del Tesoro. "Non vedo un pregiudizio contro l'Italia" nel dibattito con la Ue sulla manovra, "ma c'è un pregiudizio sulle idee di politica economica: c'è l'idea che le politiche espansive si debbano fare solo in recessione, ma io ritengo che quando si è in recessione ormai e' troppo tardi".
L'Italia è nel mirino della Ue anche a causa di un problema 'politico' che sta viziando il dibattito sui conti pubblici, sostiene il ministro del Tesoro: "Siamo in un periodo elettorale non solo per l'Italia, ma per tutti i paesi, ci sono molti Paesi europei che hanno difficoltà politiche interne molto forti, mentre in fondo il governo italiano ha un largo consenso e appare stabile. Queste situazioni complicate si riflettono nel dibattito. Poiché dobbiamo difendere l'Europa, anche se uno la vuole cambiare, spero non si giochi a quello che gli anglosassoni chiamano il 'chicken game' - conclude Tria - cioè correre verso il baratro per vedere chi si ferma prima, con il rischio di cadere tutti di sotto. L'Italia vuole evitarlo e penso che ci siano molti altri paesi che vogliono evitarlo".