La decisione del governo italiano di pianificare "un'espansione fiscale vicina al 1% di Pil, contro l'aggiustamento di bilancio raccomandato dal Consiglio dell'Unione Europea, e la dimensione della deviazione (un divario di circa l'1,5% del Pil) sono senza precedenti nella storia del Patto di Stabilità e Crescita". E' quanto si legge nella lettera consegnata dal commissario agli Affari economici, Pierre Moscovici, al ministro dell'Economia, Giovanni Tria.
La lettera della Commissione all'Italia
La Commissione europea ritiene che la manovra presentata dall'Italia indichi un "inadempimento particolarmente grave rispetto agli obblighi di politica di bilancio previsti dal Patto di Stabilità e Crescita" e chiede all'Italia di rispondere “entro lunedì 22 ottobre 2018 a mezzogiorno" ai rilievi sollevati. Nella lettera, la Commissione dice di voler "continuare un dialogo costruttivo con l'Italia al fine di arrivare a una valutazione finale", del quadro programmatico di bilancio presentato dal governo.
Il rischio di una procedura di infrazione
L'Italia, si legge nel documento, rischia una procedura per violazione della regola del debito. "Con il debito pubblico dell'Italia a circa il 130% del Pil, la nostra valutazione preliminare indica anche che i piani dell'Italia non assicurerebbero il rispetto con il criterio di riduzione del debito concordato da tutti gli Stati membri".
In passato, l'Italia era stata considerata inadempiente sulla regola del debito, ma il rispetto degli obblighi di riduzione del deficit strutturale era stato considerato come "un fattore rilevante chiave" che ha permesso di evitare una procedura, spiega la Commissione. Le conclusioni dell'ultimo rapporto sul debito sull'Italia, nel quale la Commissione aveva deciso di non aprire una procedura, potrebbero essere "riviste" alla luce della "deviazione significativa programmata" dal governo.
Al governo viene chiesto di chiarire "le ragioni per le quali non ha preso in considerazione le valutazioni dell'Ufficio Parlamentare di bilancio (Upb)" riguardo alla manovra. "Il quadro macroeconomico alla base del progetto di bilancio non è stato approvato dall'apposito organismo indipendente, l'Ufficio parlamentare di bilancio, e questo, in base a una prima valutazione è in contrasto con l'esplicito dispositivo" delle norme Ue, si legge nella lettera. "Vorremmo quindi chiederle di chiarire le ragioni per le quali l'opinione dell'Upb non è stata presa in considerazione".
Le risposte di Conte e Tria
"Non faremo muro contro muro" con l'Europa, ha risposto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. "Questa" della Commissione sulla manovra "è una lettera che riceveranno altri Paesi, una lettera che è prassi ricevere. Forse si riferiscono al valore assoluto. Ma noi già dovevamo partire da un riallineamento all'1,2%, più le clausole Iva si andava al 2%. Dal 2% al 2,4% è smentito che si tratti di una deviazione senza precedenti".
Per il ministro dell'Economia Giovanni Tria "si apre quello che abbiamo definito un dialogo costruttivo partendo da punti di vista diversi". Dopo l'incontro con Moscovici, il ministro ha detto di ritenere di "dover approfondire le nostre spiegazioni e le ragioni della nostra politica e di far conoscere meglio alla Commissione le riforme strutturali che porteremo avanti con la Legge bilancio e di poter avvicinare speriamo le nostre posizioni".