Entro il 2030 l'Asia rappresenterà il 66% della classe media del globale della popolazione (con oltre 3 miliardi di persone) e il 59% del consumo della classe media, rispetto al 28% e al 23% del 2009. Se nel 2009 infatti la classe media comprendeva 1,8 miliardi di persone - con in testa Europa (664 milioni), Asia (525 milioni) e Nord America (338 milioni) - come riporta l'Organizzazione per lo sviluppo e cooperazione economica (OECD) le dimensioni della "classe media globale" aumenteranno da 1,8 miliardi del 2009 a 3,2 miliardi entro il 2020 e 4,9 miliardi entro il 2030.
Emilia Romagna verso il mercato vietnamita
La maggior parte di questa crescita verrà dall'Asia, dove per la middle class si stima una crescita di potere d'acquisto del +571%. Numeri dunque che aprono nuove prospettive, con il Vietnam che si propone come porta aperta sui mercati asiatici. Una proiezione al futuro che l'Emilia-Romagna ha cominciato a percorrere con varie azioni tra cui il Desk a supporto delle imprese, attivato da qualche anno da Unioncamere regionale ed esteso all'Italia con la Camera di commercio Mista Italia-Vietnam grazie a una intesa con Becamex IDC Corp., l'agenzia di sviluppo della Provincia di Binh Duong, una delle più dinamiche del Paese.
"Ho potuto constatare con esperienza maturata sul "campo" e da un punto di vista privilegiato - spiega Maily Anna Maria Nguyen che dal 2012 segue i rapporti tra Emilia-Romagna e Vietnam in qualità di responsabile del Desk Emilia Romagna/Italia in Vietnam - come essere presenti in quest'area in un'ottica di internazionalizzazione strategica e non di delocalizzazione, permette alle aziende italiane di guardare al 2030 con fiducia. Come in Europa, in Asia, il mercato è suddiviso principalmente tra i maggiori players asiatici (Giapponesi, Koreani e Taiwanesi). L'Italia per creatività, qualità e innovazione potrebbe riservarsi una piccola nicchia di mercato".
Asean, un mercato da 620 milioni di consumatori
Vietnam dunque destinazione "attraente" per gli imprenditori italiani che desiderano creare un ponte per l'Asean - Indonesia, Malesia, Filippine, Singapore, Tailandia, Brunei, Vietnam, Laos, Birmania e Cambogia (620 milioni di consumatori) - con una economia relativamente solida che ha registrato dagli anni '90 una crescita costante (circa 6/7%) con la politica del Doi Moi (1986). Nel 2016, le esportazioni italiane in Asean sono state pari a 7,2 miliardi di euro, un valore ancora limitato rispetto alle potenzialità dell'area. Obiettivo del Paese, diventare una economia industrializzata ma green friendly con una politica di crescita sostenibile: basta guardare a quello che sta accadendo a Binh Duong, la provincia leader dell'industria, del commercio, della finanza, che con il supporto di Becamax IDC ha costruito, in meno di 20 anni, ben 27 parchi industriali - o per meglio dire città industriali - su una superfice di 20 mila ettari. Circa 3100 gli investimenti diretti esteri nell'area (con un capitale di 28,3 miliardi di USD da 36 Paesi), che vedono come maggiori investitori Giapponesi, Taiwanesi e Koreani. Circa 150 attualmente gli investimenti diretti esteri europei.
La testimonianza di Sonia Bonfiglioli
Tra gli imprenditori che hanno creduto nel Vietnam, il Cavaliere del Lavoro Sonia Bonfiglioli, presidente del Gruppo Bonfiglioli: con oltre sessanta anni di esperienza e un fatturato record di 808.4 milioni di Euro nel 2017, Bonfiglioli è uno dei leader mondiali nella produzione di riduttori, motoriduttori e sistemi di azionamento. Lei ha lunga esperienza in Vietnam.
Ci sono veramente tutte queste opportunità per gli imprenditori italiani?
"Assolutamente sì. Noi festeggiamo quest'anno i 10 anni, siamo in Vietnam nella provincia di Binh Duong dal 2008, partimmo allora dopo aver fatto un confronto tecnologico tra quelle che potevano essere ospitare una prima produzione di prodotti elettromeccanici, li abbiamo localizzati lì. Siamo state tra le prime aziende ad andare in Vietnam, devo dire che l'esperienza e' stata estremamente positiva, abbiamo avuto un ottimo supporto dal nostro partner che è Becamex che ci ha favorito in tutte le attività, come la costituzione di una società, per avere i permessi. Tenga conto che noi siamo partiti da un greenfield, c'erano delle mucche dove noi oggi abbiamo una fabbrica, ed è stata una esperienza molto valida".
Cosa significa lavorare in Vietnam?
"La cultura vietnamita è una cultura molto positiva , molto costruttiva: si lavora bene, il management sta crescendo, quando siamo andati dieci anni fa era un Paese che si stava aprendo sia alla produzione che all'internazionalizzazione, dopo dieci anni noi siamo in fase di potenziare ulteriormente la nostra presenza, il nostro investimento, proprio perché riteniamo il Paese una grande porta sull'Asia. In un momento in cui è credibile che per la serie anche dell'effetto dazi, il rapporto con l'economia cinese possa venire in qualche modo o pilotato o più misurato, c'è una forte crescita prevista per i paesi Asean e in questo il Vietnam è una grande porta di ingresso".
Potrebbe essere il paese ideale in questo senso?
"Noi l'abbiamo definito in quanto tale. Facemmo dieci anni fa una profonda analisi proprio in termini sociali, culturali, religiosi, è un Paese dove si lavora bene, ci si relaziona bene con le persone, anche da un punto di vista proprio di caratteristiche, di abitudini, ci sono molte affinità, c'è un forte senso etico, è un Paese che non solo vede nella famiglia un valore ma addirittura lo vede nel Paese: la cultura del paese, del villaggio, è stata il punto di forza della vittoria del Vietnam nei secoli. E' un paese orgoglioso: e la caratteristica del popolo vietnamita è di essere determinato, quello che si mette in testa lo porta avanti. Noi ci lavoriamo molto bene".
Ci può quantificare meglio l'investimento futuro di Bonfiglioli nel Binh Duong?
"Stiamo valutando un investimento dell'ordine di alcuni milioni, in questo momento siamo ancora in fase di analisi, potrebbe raggiungere anche cifre importanti proprio in funzione di quelle che sono le caratteristiche che stiamo andando ad individuare. Vorremmo localizzare quelle che sono le tecnologie di tipo meccanico e meccatronico: crediamo che il tema elettronica e meccatronica sia uno dei megatrend in tutto il mondo: non sono prodotti che sono totalmente esportabili dall'Europa, noi abbiamo già queste produzioni in Europa però oggi, per i tempi di consegna, le dinamiche dei magazzini, non è possibile che tutti i prodotti siano esportabili dall'Europa all'Asean, oggi li abbiamo soprattutto in Germania, per alcune tipologie, e in Italia".
"Dunque saranno prodotti là. Saranno prodotti là per tutto quello che è il mercato prevalentemente Asean: già oggi lo stabilimento che abbiamo ha più di un 90% di esportazione perché i prodotti che oggi facciamo - che sono in gran parte riduttori, componenti elettromeccaniche e motori elettrici - sono prevalentemente esportati non solo nei paesi Asean ma nel mondo. Quindi abbiamo già oggi testato il Vietnam in questo, e devo dire che sono prodotti con un contenuto qualitativo ottimo".