Il primo ottobre, in Grecia, i cittadini torneranno ad assaporare un nuovo scampolo di normalità. Il ministero delle Finanze guidato da Euclid Tsakalotos, scrive Reuters, ha annunciato “la fine delle restrizioni sui prelievi di contante e l’incremento dell’importo massimo di denaro che è possibile trasferire all’estero”. Gli anni peggiori della crisi sembrano ormai alle spalle e la decisione, che rientra nell’ambito di una serie di misure volte a ridurre i controlli sui movimenti di capitale, permetterà ai greci di poter prelevare i propri risparmi in maniera più libera e immediata.
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— Kathimerini Cyprus English Edition (@knews_cy) 27 settembre 2018
La crisi del debito greco, scoppiata nel 2010, è stata seguita da una serie di pacchetti di austerità adottati dal parlamento e da numerosi aiuti forniti dalla Commissione europea, dalla Banca Centrale Europea e dal Fondo Monetario Internazionale. Lo scorso agosto si è conclusa la terza fase di quest’assistenza finanziaria che ha permesso al paese di riprendere lentamente a camminare. I controlli sui capitali erano stati imposti dal governo di Atene, nel 2015, quando la Grecia si era trovata ad un passo dall’uscita dell’euro. Allora la quantità di soldi che i cittadini potevano prelevare era di appena 420 euro a settimana, una scelta radicale per evitare possibili “assalti“ ai bancomat. Oggi la situazione appare molto diversa. Dal ministero dell’economia fanno sapere che “la decisione è un ulteriore passo nella roadmap che porterà alla graduale ma costante eliminazione delle restrizioni sui trasferimenti di capitale“. Una decisione che Tsipras spera di ottenere nel tempo più breve possibile.
Quanto potranno ritirare e investire i greci?
Le cifre in questo discorso hanno un ruolo di primissimo piano. Il limite mensile di prelievo dai conti bancari nazionali è stato portato a 5 mila euro mentre la cifra che i cittadini ellenici potranno portare al di fuori dei confini del paese è stata aumentata da 3 mila a 10 mila euro. Novità anche per le imprese: il limite giornaliero di trasferimento all’estero è passato da 40 mila a 100 mila euro con le transazioni che potranno essere elaborate all’interno delle filiali bancarie senza ulteriori permessi. La decisione, dice infine Reuters, consente inoltre il trasferimento all'estero di profitti e dividendi sul capitale straniero investito in Grecia, per una cifra pari al 100% dell'importo investito.
I nuovi nodi: pensioni e Macedonia
La decisione di Tsipras, scrive Ettore Livini su Repubblica, è un’ulteriore mossa del premier per convincere il popolo greco del superamento della crisi. I prossimi appuntamenti per il governo, infatti, non saranno affatto semplici: domenica prossima la Macedonia deciderà se adottare un nuovo nome e, se vincerà il sì, toccherà poi al parlamento di Atene ratificare la decisione. I numeri però sembrano non esserci e la situazione politica potrebbe ulteriormente complicarsi. A gennaio, infine, è previsto un nuovo taglio delle pensioni, previsto dagli accordi con Bruxelles, che Tsipras vorrebbe rinviare senza trovare grande disponibilità di ascolto dall’Europa. i prossimi mesi restano delicati e decisivi per il futuro del governo e della Grecia.