L’Ocse rivede al ribasso le stime del Pil italiano per il 2018 portandole dall'1,4 all'1,2 per cento. E, nell'Economic Outlook, attribuisce il rallentamento della crescita “alle incertezze legate alle scelte politiche” del governo, “agli alti tassi di interesse e al calo nella creazione di posti di lavoro che frena la spesa delle famiglie”. L'Ocse avverte inoltre che il debito italiano e l'aumento dello spread rappresentano un rischio per l'intera Eurozona: "La resilienza e l’architettura dell’area euro - si legge nel rapporto - sono migliorate negli ultimi anni ma restano preoccupazioni sulla stabilità fiscale e finanziaria a causa di incertezze legate a scelte politiche, compresa l’Italia, e il futuro accordo tra Gran Bretagna e il resto dell’Unione europea. Il recente aumento dello spread legato al rischio sul debito pubblico italiano - spiega l'organizzazione - insieme al conseguente calo dell’andamento dei titoli bancari stanno a dimostrare la possibilità di un ritorno della vulnerabilità dell’area euro. Ulteriori riforme sono necessarie per ridurre il rischio contagio, aumentare la resilienza e rafforzare il quadro fiscale. Uno schema di assicurazione comune sui depositi potrebbe aumentare la fiducia e aiutare la diversificazione dei rischi". Per l’Ocse inoltre dovrebbero essere introdotte "misure che incentivino le banche a diversificare il loro portfolio di titoli di stato, limitando il collegamento tra banche nazionali e governi. L’introduzione della capacità di una stabilizzazione fiscale per l'area euro contribuirebbe anche ad assorbire forti shock economici negativi e fornirebbe un ulteriore strumento che potrebbe essere attivato in caso di crisi".