Non si chiudono ancora le polemiche sull'Ilva, dopo la sigla dell'accordo giovedì scorso tra sindacati e Arcelor Mittal. Il ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, ha chiuso formalmente il procedimento avviato sulla gara di aggiudicazione dell'acciaieria ma ha disposto "di non procedere all'annullamento".
Del resto lo stesso premier Giuseppe Conte in mattinata aveva sottolineato che la gara non poteva essere annullata. "Non entro in polemica con nessuno - ha affermato nel suo intervento alla Fiera del Levante - dico soltanto che con gara ormai aggiudicata, e chi conosce il diritto sa cosa significa, il vicepresidente Di Maio è riuscito a ottenere uno straordinario miglioramento del livello occupazionale". "Non potendo più ridiscutere la gara - ha aggiunto - l'abbiamo studiata in tutti i modi ma vi assicuro che il rischio di un contenzioso legale che ci vedeva perdente è stato superiore al vantaggio che me potevamo trarre".
L'interesse pubblico necessario per l'annullamento
Nello stesso tempo Di Maio ha pubblicato sul sito del Mise il parere dell'Avvocatura di Stato che ha giudicato annullabile la gara solo se si ravvisa un "particolare interesse pubblico" e ha espresso dubbi sulla mancata valutazione dell'offerta di Acciai Italia. Dunque per annullare l'aggiudicazione dell'Ilva ad Arcelor Mittal non basta che la procedura abbia profili di illegittimità ma è necessario l'interesse pubblico "attuale e concreto".
Non si è fatto attendere l'affondo del ex ministro Carlo Calenda che ha chiesto le dimissioni di Di Maio: "Chiaro ora perché Di Maio ha tenuto segreto il parere! L'Avvocatura conferma in pieno parere precedente sui rilanci. Eccesso di potere ci sarebbe stato se non si fosse tenuto in conto interesse pubblico. In un Paese serio un Ministro che distorce un parere istituzionale si dimette", ha scritto su Twitter.
Ma Di Maio ha insistito: "Come abbiamo già raccontato, nella gara di assegnazione per l'Ilva c'è stato pochissimo di regolare. In soli tre mesi abbiamo verificato le carte: potevano essere fatti i rilanci per migliorare l'offerta, ma non sono stati presi in considerazione. Si poteva revocare la gara per opportunità essendo il bene pubblico il primo fine da perseguire, ma non è stato fatto, dilatando i tempi e facendo scappare ogni altro possibile competitore. C'è stato un 'eccesso di potere' ma a termini di legge l'illegittimità dell'atto non è sufficiente per annullarlo". E ha concluso: "L'Avvocatura, senza che le sia stata formulata un'apposita richiesta, ha specificato che il parere era sottratto al diritto di accesso".
Il parere dell'Avvocatura
Tornando al parere dell'Avvocatura, in un passaggio ha sottolineato che "la possibilità di addivenire a un legittimo esercizio del potere di annullamento deve ancorarsi ad un interesse pubblico concreto e attuale, particolarmente corroborato". Inoltre, "la mancata valutazione della nuova offerta in rilancio formulata da Acciai Italia può assumere rilievo quale elemento sintomatico della figura di eccesso di potere integrante uno dei presupposti per l'eventuale esercizio del potere di autotutela ex artt. 21-octies e 21-nonies della legge 241/1990".
Sulla mancata riapertura dei termini della gara per l'Ilva a fronte di un consistente ampliamento del margine temporale per la realizzazione del piano ambientale "se lacuna vi è stata, essa pare riferibile più che all'operato dell'Amministrazione al mancato coordinamento da parte del legislatore, in ottica pro-concorrenziale, del termine per la presentazione delle offerte rispetto alla dilatazione dei tempi per l'esecuzione degli interventi ambientali: in astratto il legislatore avrebbe potuto adeguare il primo al secondo, sì da consentire la più ampia e consapevole partecipazione di altri soggetti".
La polemica tra i partiti e i sindacati
Infine sul possibile mancato rispetto da parte di ArcelorMittal di alcuni termini temporali intermedi inerenti alle prescrizioni ambientali: "La conformità al piano ambientale dell'offerta definitiva vincolante presentata dai partecipanti assume una precipua rilevanza nella valutazione della procedura stessa". Anche il segretario del Pd, Maurizio Martina, ha sottolineato che "il fatto inequivocabile è che questo governo ha deciso di chiudere, con le parti sociali, il lavoro impostato dai nostri governi. Alla faccia di tutte le dichiarazioni roboanti di cambiamento 'vendute' da Di Maio sulla pelle dei tarantini fino a qualche settimana fa. È una gigantesca contraddizione che i 5 Stelle e questo governo hanno in sè".
Su Twitter è arrivato anche l'attacco del segretario generale della Fim Cisl Marco Bentivogli: "Leggendo le 36 pagine di parere dell' Avvocatura dello Stato sulla gara Ilva capisco perché (il vicepremier) Luigi Di Maio l'abbia tenuta nel cassetto dal 21 agosto ad oggi". Il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, ha invece commentato: "Ci convince il risultato. Si è risolta una grande questione Paese che riparte da una grande questione industriale dove c'è occupazione, rispetto per l'ambiente e anche la centralità della questione industriale". "Ci auguriamo - ha aggiunto da Cernobbio - che sia l'inizio di una nuova fase di attenzione della questione industriale da parte del governo a partire da Taranto". La prossima settimana sono attesi i risultati del referendum degli operai.