Twitter vuole cambiare se stesso. Non si tratta solo di modifiche grafiche, ma di trasformazioni al cuore del suo funzionamento. Lo ha affermato il fondatore e ceo della società Jack Dorsey, in un'intervista al Washington Post. A spingere i questa direzione è la necessità di limitare incitamento all'odio, molestie, fake news e teorie cospirazionistiche.
Come quelle che hanno portato alla sospensione dell'account del giornalista Alex Jones. Da mesi Twitter ha posto l'accento sulla sicurezza. Tanto da sottolineare che, nell'ultima trimestrale, i risultati finanziari e il calo degli utenti siano stati condizionati da investimenti e pulizia da profili falsi o a rischio. A quanto pare, però, non basta. Dorsey vuole ripensare il sito di microblogging dalle fondamenta.
Stanare i bot
Ad esempio con sistemi di visualizzazione alternativi alle timeline in ordine cronologico che da sempre ha caratterizzato Twitter (anche se già adesso sono attive delle correzioni in questo senso). Allo studio ci sarebbe anche un'etichetta che identifichi quali account sono bot (cioè software e non persone). E la variazione di alcuni elementi chiave, come il "mi piace" (che oggi ha l'icona di un cuore) e la visualizzazione del conteggio dei follower.
"La cosa più importante che possiamo fare - ha spiegato Dorsey - è guardare agli incentivi che costruiamo all'interno dei nostri prodotti" (come l'incremento del numero dei seguaci e dei like, che incoraggiano il coinvolgimento). Questi "incentivi" sono qualcosa più di pulsanti su cui cliccare. "Esprimono - ha aggiunto il ceo - un punto di vista su ciò che vogliamo che le persone facciano. E non penso che siano più corretti".
Nodi da sciogliere
Twitter dovrà inoltre sciogliere alcuni nodi. Il suo funzionamento, basato sui retweet, è la sua forza ma anche la sua debolezza. Perché permette di offrire informazioni in tempo reale, ma accelera anche la proliferazione di bufale. Soprattutto se i cinguettii passano da account molto seguiti.
Altro nodo: Twitter consente l'uso di pseudonimo. E' un modo per coprire chi volesse utilizzare il social per diffondere notizie senza avere ritorsioni. Ma, allo stesso tempo, è una maschera utilizzata da chi voglia far proliferare informazioni false e contenuti offensivi.