Danilo Toninelli ha azzerato il consiglio di amministrazione di Ferrovie dello Stato. E' stato lo stesso ministro delle Infrastrutture ad annunciarlo su Facebook: "Ho appena firmato la decadenza dell'intero cda di Fs per chiudere con il passato. Siamo il governo del cambiamento", si legge nel post, "e pensiamo che non esista attività industriale, soprattutto se prodotta al servizio dei cittadini, che non abbia un risvolto etico. Ora la barra si sposta sui treni regionali e sui pendolari in termini di sicurezza e di qualità dei loro spostamenti. E in tutto questo la 'cura del ferro' ha un ruolo fondamentale".
Il cda della società, compreso l'ad Renato Mazzoncini, in scadenza a primavera 2018, era stato rinnovato a fine 2017 dal governo Gentiloni.
Cosa sta succedendo in Ferrovie
Repubblica parla di 'blitz' e sottolinea che la prossima l'assemblea dei soci, convocata per il 26 luglio, andrà deserta e l'improvvisa accelerazione sul cambio del cda mette un punto anche alla vicenda della fusione con Anas che a questo punto potrebbe arrestarsi. Anche per la "marcia indietro" sul matrimonio, occorrerà una legge ad hoc.
Tra i punti di rottura tra il governo e l'attuale cda c'era soprattutto la fusione Anas-Fs, sostenuta dal board e sancita ufficialmente all'inizio dell'anno, contro cui si è però schierato l'esecutivo, con il ministro Di Maio che nei giorni scorsi ha parlato di "operazione sbagliata".
Cosa succede adesso ad Anas
Anas ora è preoccupata di preservare l'autonomia finanziaria e la capacità industriale acquisite entrando nel gruppo Fs. Gianni Vittorio Armani, amminstratore delegato della società ha sottolinato che "Il governo è proprietario di Anas attraverso Ferrovie. Quindi come azionista può decidere quello che ritiene più giusto: ovviamente, per fare queste operazioni bisogna pensare in modo da non distruggere valore".