Stop all'aumento dell'Iva e rispetto degli impegni europei ma con l'obiettivo di avviare il negoziato con Bruxelles per rimodulare il percorso di riduzione del rapporto deficit/Pil nel triennio 2019-2021 e rinviare il pareggio di bilancio strutturale oggi previsto nel 2020 dal quadro tendenziale.
Sarà questo, sostanzialmente, l'impianto della risoluzione di maggioranza sul Documento di economia e finanza, ancora suscettibile di modifiche, che approderà mercoledì 20 nelle Aule di Camera e Senato. Un testo snello che non dovrebbe contenere indicazioni dettagliate sugli interventi del contratto di governo da mettere in campo.
La risoluzione impegna l'esecutivo ad "assumere tutte le iniziative per favorire il disinnesco delle clausole di salvaguardia", ovvero per trovare i 12,4 miliardi necessari per evitare l'aumento dell'Iva e delle accise che scatterebbe dall'anno prossimo. E si sollecita inoltre il governo a "riconsiderare in tempi brevi il quadro di finanza pubblica nel rispetto degli impegni europei per quanto riguarda i saldi di bilancio" nel triennio "2019-2021" (in una prima versione della risoluzione il riferimento era limitato al 2018-2019). Questo passaggio, secondo quanto viene riferito, implicherebbe l'impegno al negoziato per ottenere nuovi margini di flessibilità e rinviare di un anno il pareggio di bilancio.
La rimodulazione del rapporto deficit/Pil
"Può darsi che ci sia una rimodulazione" del rapporto deficit/Pil, ha sottolineato il viceministro all'Economia, Massimo Garavaglia, intervenendo a Circo Massimo. "È in fase di trattativa tutti gli anni in questo periodo la prosecuzione dell'abbattimento del deficit". Lo stesso Garavaglia ha ricordato che ogni anno il pareggio di bilancio slitta: "Adesso è al 2020, l'anno prima era al 2019, l'anno prima al 2018, non è che parliamo di una novità".
Nel testo messo a punto dalla maggioranza si chiede inoltre di "individuare gli interventi prioritari necessari per dare attuazione alle linee programmatiche indicate dal Presidente del Consiglio dei ministri nelle sue comunicazione alle Camere e su cui ha ottenuto la fiducia, sottoponendo tempestivamente tali nuovi indirizzi all'approvazione parlamentare e presentando quindi al Consiglio europeo e alla commissione europea un aggiornamento del Programma di stabilità e del Programma nazionale di riforma".
Difficilmente, quindi, la risoluzione potrà essere condivisa se, come previsto nella bozza, resterà il riferimento "alle linee programmatiche" indicate dal premier Conte. Il Pd ha già fatto sapere che non sottoscriverà un testo che implichi un voto a favore del contratto di governo. E Forza Italia dovrebbe essere sulla stessa linea. Nella versione finale del testo nessun riferimento esplicito dovrebbe essere fatto all'avvio della pace fiscale, cavallo di battaglia della Lega, rilanciato oggi da Garavaglia.
Rinviati reddito di cittadinanza e modifiche alla Fornero alla manovra
"L'intenzione - ha spiegato il viceministro - è di andare verso una misura che riporti in vita gente che è stata messa fuori mercato da regole assurde e sbagliate e alla fine a perderci è proprio il fisco". Quanto al possibile gettito, Garavaglia non ha fornito cifre: "Dipende da come scrivi la norma, cambia tantissimo a seconda dei piccoli dettagli". Nessun condono tombale, ha però assicurato il viceministro. Il governo punta inoltre ad avviare la flat tax già da agosto per imprese e partite Iva, per poi completare l'operazione nella legge di bilancio in una prospettiva pluriennale.
Reddito di cittadinanza e modifiche alla riforma Fornero non arriveranno, invece, prima della manovra. E il primo step, sul fronte pensioni, sarà probabilmente quota 100, overo l'accesso alla pensione con una combinazione di età anagrafica minima di 64 anni e probabilmente almeno 35 anni di contributi, che porti appunto alla somma di 100,