Lo chiamano “Killer dei costi” per la sua capacità di far quadrare i conti delle aziende che prende in mano, e in effetti sia Renault che Nissan possono ringraziarlo se oggi sono due grandi marchi economicamente sostenibili. Lui si chiama Carlos Ghosn, ha 64 anni, ed è presidente della casa automobilistica giapponese e amministratore delegato – oltre che presidente – di quella francese. E visto che nella storia della ipotetica fusione tra Nissan e Renault c’è anche la Mitsubishi, Ghosn è presidente anche di questa.
Un legame che arriva da lontano
Bloomberg ha riportato alcune indiscrezioni secondo cui Nissan e Renault starebbero appunto discutendo l’ipotesi fusione. Le due società sono già in stretti rapporti: tra loro esiste una partnership, stipulata il 27 marzo 1999, che oggi prevede una collaborazione “nell’ingegneria, nella produzione e nella gestione della filiera, oltre che negli acquisti e nelle risorse umane”. Bloomberg scrive anche che la Nissan Micra, un modello specifico per l’Europa, è stato prodotta negli stabilimenti Renault a Flins, in Francia. Nell’accordo, a fine 2016, era entrata anche Mitsubishi: Nissan aveva infatti acquisito il 34% del suo capitale.
Ma per capire le ragioni dell’accordo bisogna tornare a fine millennio: Nissan stava attraversando un periodo di difficoltà economica dovuti a debiti da smaltire e a una diminuzione delle vendite, scrive Bloomberg. Renault ne approfittò per entrare nella società, arrivando a possedere il 43,4% delle quote che ne fanno oggi l’azionista di maggioranza. Tre anni più tardi, nel 2002, ecco lo scambio di favori. Nissan entra in Renault, acquisendo il 15% della società. La sua quota, però, non basta per avere la maggioranza relativa. Il governo francese, infatti, ha il 15,01% delle quote.
Fusione in vista?
Carlos Ghosn è stato amministratore delegato di Nissan per sedici anni, fino allo scorso aprile. Il suo ruolo trasversale alle due aziende, fino a oggi, ha reso possibile il mantenimento della quiete anche in una situazione poco equilibrata come quella che si è venuta a creare. Nissan ha un valore di mercato superiore a quello di Renault, ma a guidare sono i francesi. Viceversa, Renault rimane in mano al governo transalpino.
Secondo Bloomberg, la fusione “sarà utile per preparare le aziende per il giorno in cui Ghosn non sarà più lì per coordinare le loro relazioni”, oltre che per manovrare questi anni di transizione verso nuove forme di mobilità. Sul tavolo ci sono infatti anche il mercato delle auto elettriche – che Nissan sta approcciando anche dal punto di vista delle batterie agli ioni di litio – e di quelle a guida autonoma. Ma le ragioni potrebbero non essere soltanto industriali. La Francia ha recentemente ridotto la propria partecipazione in Nissan, che prima di novembre era del 19,7%, perché i giapponesi non sarebbero più disposti a giocare un ruolo di secondo piano. Sul piatto della bilancia, scrive ancora Bloomberg, ci sarebbero insomma anche equilibri politici tra Parigi e Tokyo.