Fino a poche settimane fa, le azioni di Tesla sembravano sorde a qualsiasi riscontro. Oggi, sotto pressione per i ritardi produttivi della sua Model 3, la società di Elon Musk non può più permettersi di ignorare indiscrezioni sul suo futuro.
Ecco perché ha risposto a un articolo pubblicato sul sito web di Cnbc: la testata americana aveva parlato (citando ingegneri di Tesla ma senza rivelare i loro nomi) di ulteriori ritardi e di problemi di sicurezza legati alle batterie.
La casa produttrice di auto elettriche afferma invece che "rispetterà gli obiettivi fissati all'inizio gennaio”: il traguardo delle 5.000 Model 3 prodotte ogni settimana dovrebbe quindi essere raggiunto a giugno. Tesla definisce l'articolo “male informato e fuorviante”. L'impianto produttivo Gigafactory 1, in Nevada, “ha registrato grandi progressi rispetto alla fine del trimestre scorso”.
Tesla ha già dovuto correggere la rotta. A ottobre, avrebbe dovuto produrre 1500 Model 3 ma ne ha consegnate solo 222. Il traguardo delle 5.000 settimana, inizialmente fissato a dicembre 2017, è slittato due volte. Prima a marzo 2018, poi a giugno dello stesso anno. Ci sono quindi molti dubbi sulla possibilità che Tesla possa soddisfare l'obiettivo annuo di 500.000 Model 3. La vettura rappresenta la più grande sfida produttiva mai affrontata dalla società: è infatti la prima con un prezzo non extra-lusso (35.000 dollari) e rivolta a un pubblico di massa. Dovrebbe essere quindi il modello che dovrebbe portare Tesla fuori dalla nicchia.
Secondo Cnbc, gli ulteriori ritardi sarebbero dovuti anche a incognite sulla progettazione delle batterie, che potrebbero avere malfunzionamenti e “nei casi peggiori prendere fuoco”. Anche in questo caso, però, Tesla ha risposto duramente. Si tratterebbe di un'informazione “falsa”, che denota “una scarsa conoscenza del funzionamento delle batterie” e contrasta con “la storia” della casa, fatta “di veicoli sicuri”.
In questi giorni, la società sta cercando di rassicurare gli investitori. Lo ha fatto anche varando un nuovo piano di compensazioni che lega Elon Musk alla poltrona di ceo per i prossimi dieci anni e i suoi guadagni solo ed esclusivamente al raggiungimento di alcuni obiettivi in termini di capitalizzazione, fatturato e margini.