Aveva trasformato in pochi anni un gruppo immobiliare in un impero che possiede catene cinematografiche, studi di Hollywood e una buona fetta del calcio spagnolo. Oggi il miliardario Wang Jianlin, patron di Dalian Wanda, dopo aver perso il primato di uomo più ricco della Cina, è costretto a smontare il suo regno.
Troppi debiti dopo uno sfrenato shopping fuori dai confini cinesi: Pechino, preoccupata dalla fuga di capitali, spinge le conglomerate a fare affari in Cina. La stretta del governo cinese sulle acquisizioni all’estero, che ha causato un calo del 40% degli investimenti diretti esteri nei primi dieci mesi del 2017, si ripercuote sugli asset dei grandi gruppi privati, che sfumano e cambiano rotta. Lo scrivono Bloomberg e Cnn.
Wanda cede pezzi del suo impero indebitato
L’ultimo pezzo è venuto giù martedì 23 gennaio scorso quando Wanda Hotel Development Company ha annunciato la cessione di alcuni progetti residenziali in Australia, una notizia che ha causato la sospensione delle azioni dell’unità del gruppo alla Borsa di Hong Kong. Inversione di marcia: Wang oggi punta a raccogliere fondi e liberarsi dei debiti accumulati all’estero. Come? Sforbiciando i rami sporgenti: la parola d’ordine è vendere le proprietà in giro per il mondo.
E così, Wanda ha annunciato la settimana scorsa la decisione di cedere le proprie quote di One Nine Elms, l’hotel di lusso in costruzione nella capitale inglese, per un valore di 36 miliardi di sterline (50 milioni di dollari). Il colosso aveva già rinunciato all’acquisto di Nine Elms Square.
Un segnale molto chiaro del mutato clima cinese, e di quanto le ambizioni di Wang fossero ormai incompatibili con i nuovi obiettivi del Pcc, giunse l’anno scorso quando sfumò l’acquisto per 1 miliardo di dollari di Dick Clark Production, il produttore dei Golden Globes. La conglomerata di Wang è proprietaria di diverse produzioni hollywoodiane, di cinema americani (Amc) ed europei (Odeon e Uci) nonché di quote nel mondo del calcio, dall’Atletico Madrid a Infront. Un impero globale che oggi rischia di svanire nel nulla.
La stretta di Pechino sui "rinoceronti grigi" colpisce i loro asset
Nel 2017 si è inasprito il giro di vite sugli investimenti in settori considerati rischiosi: sport, industria alberghiera, cinema, immobiliare, intrattenimento, cioè quei comparti che si prestano a operazioni speculative o spesso usati per mascherare fughe di capitali all’estero; i settori di punta del sessantaduenne Mr Wang, che ha appena chiuso un anno difficile. Prima le autorità cinesi, nell’ambito di una stretta giunta a contrastare gli investimenti poco ragionati dei grandi gruppi privati, hanno messo il sigillo ai prestiti concessi a Wanda, che ha dovuto congelare almeno sei operazioni e cedere asset per un valore di 9,3 miliardi di dollari (parchi a tema e hotel: svanito il piano di sfidare la Disney).
La caccia in Cina ai “rinoceronti grigi”, le grandi conglomerate che negli ultimi due anni si sono indebitate facendo acquisti all’estero (nel 2016 il livello del debito ha raggiunto il 175% del Pil), rischiando così di esporre il Paese a maggiori rischi finanziari, si era svolta in due puntate. Prima le indagini bancarie sulla esposizione debitoria dei principali gruppi finiti nell’occhio del ciclone delle autorità finanziarie (oltre a Wanda, Fosun, Anbang, Hna); poi, in agosto, le autorità cinesi hanno classificato gli investimenti in tre categorie: “vietati”, “ristretti” e “sostenuti”.
Parola d'ordine: investire in Cina
“Negli ultimi anni Wanda ha investito in diversi progetti all’estero. Oggi, abbiamo deciso di venderli per saldare i debiti”, ha detto Wang sabato scorso ai suoi dipendenti in occasione dell’incontro annuale in azienda. Il patron ha sottolineato che il 93% degli asset aziendali sono in Cina. Appena un anno fa, in un discorso di segno opposto, Wang aveva rivendicato il “maggior numero di acquisizioni estere mai fatte nella storia”, annunciando nuovi piani di espansione.Che sono poi stati frenati.
Wanda rischia una stretta creditizia
L’impero iniziò a scricchiolare nel 2016 con il delisting delle azioni di Wanda Commerial Properties, il cuore dell’impero immobiliare, dalla Borsa di Hong Kong. Mentre da Sidney a Londra Wanda vende pezzi del suo regno, il gruppo rischia una stretta creditizia, scrive Bloomberg. Un quarto del debito da 2 miliardi di dollari di Wanda Commercial Properties Co. è in scadenza a marzo.
La holding del cinema americano AMC ha perso il 60% dall’inizio del 2017. Il direttore esecutivo, Adam Aron, ha detto a dicembre che negli ultimi tre mesi la società ha avuto contatti con almeno sei aziende interessate a comprare azioni o cinema. Il 21 gennaio scorso Wang ha detto che Wanda ripagherà tutti i debiti esteri e nessuna società sarà mai a rischio default. Qualche dubbio sembrano però averlo le agenzie del rating. Moody's, S&P e Fitch, che hanno declassato la holding.