Negli Stati Uniti sono partite le prime "class action" (cause legali di massa) contro Apple dopo che la casa di Cupertino è stata costretta ad ammettere di aver volontariamente rallentato le prestazioni dei modelli meno recenti di iPhone (a partire dal 7 in vendita solo dallo scorso anno), ufficialmente per consentire alle loro batterie di durare più a lungo.
Mercoledì scorso Apple aveva comunicato di aver introdotto un algoritmo negli aggiornamenti dei modelli meno recenti per consentire di avere le migliori prestazioni possibile compatibilmente con batterie 'vecchie'.
Cosa che nei fatti ha portato a rallentare la velocità iniziale dei 'vecchi' iPhone. Ma due clienti di Apple, riferisce la Cnbc, Stefan Bogdanovich e Dakota Speas hanno depositato due distinte class action in California, sostenendo che Apple non ha mai chiesto il loro consenso "per rallentare i loro iPhone" 7.
Modelli peraltro, tutt'altro che obsoleti visto che sono stati messi in vendita nel settembre del 2016. I due sperano che alle loro vertenze si unisca il maggior numero di possessori di iPhone più vecchi dell'8, il penultimo modello dello scorso settembre, seguito a novembre dall'X (dieci in numeri romani), la versione del decimo anniversario. Una terza class action è stata invece inoltrata presso la Corte Federale dell'Illinois.
I capi d'accusa
"Violazione del contratto con con il cliente" e "intrusione nella proprietà privata altrui" sono alcune delle accuse contenute nei tre ricorsi, che hanno già avuto numerose adesioni dai consumatori di altri Stati, dalla North Carolina all'Ohio.
"Apple sapeva che la sostituzione delle batterie avrebbe migliorato le performance degli apparecchi dei querelanti", si legge nella memoria presentata presso la corte dell'Illinois da "Abdullah e altri", mentre quella di "Bogdanovich e altri" indica che Cupertino ha "violato il contratto" e che l'azienda si è "introdotta" nella proprietà privata altrui quando ha rallentato volontariamente la velocità degli iPhone.
E in Italia si muove il Codacons
In Italia, il Codacons ha annunciato un esposto alla Procura della Repubblica di Roma e all'Antitrust, e minaccia una class action anche in Italia nel caso in cui siano accertate condotte illecite.
"Abbiamo deciso di rivolgerci alla magistratura e all'Antitrust affinché siano verificate anche in Italia eventuali pratiche commerciali scorrette da parte della Apple", spiega il Codacons, "se realmente i vecchi iPhone sono stati deliberatamente rallentati per modificare le scelte economiche degli utenti e spingerli ad acquistare il nuovo modello della Apple, ci troveremmo di fronte a un palese illecito che potrebbe addirittura configurare il reato di truffa, con un danno evidente per i consumatori".
"Per tale motivo chiediamo alla Procura e all'Antitrust di accertare se il fenomeno dei telefonini rallentati riguardi anche gli iPhone venduti in Italia e, in caso di accertate irregolarità, il Codacons promuoverà nel nostro Paese una class action contro la Apple", conclude l'associazione.