Ad una società americana che fa limonate è bastato mettere blockchain nel nome per vedere le proprie azioni schizzare del 503% in pochi minuti. La Long Island Iced Tea Corp, quotata al Nasdaq, ha annunciato che la sua ragione sociale cambierà e il compito principale diventerà "l'esplorazione e gli investimenti nei benefici della tecnologia blockchain". La società ha anche cambiato nome in Long Blockchain. Basata a New York, Long Blockchain ha poi chiuso le contrattazioni con un +289%.
Ma è un chiaro segnale di un fenomeno speculativo che non vede in questo l'unico caso. Lo scorso 27 ottobre la On-line Pcl, incubatore d'azienda quotata a Londra, aveva fatto qualcosa di assai simile mettendo blockchain nel proprio nome vedendo salire il titolo del 393%. Agli analisti il meccanismo ricorda molto quello che successe negli anni '90 con la bolla dotcom. Allora bastava mettere '.com' nel nome di una società e quotarla per vedere le azioni schizzare. Allora successe un meccanismo assai simile a quello che sta succedendo oggi: nessuna sapeva cosa fosse esattamente il business di internet, ma sembrava un treno imperdibile. Fu una bolla.
E furono molte le società create dal nulla, senza un vero business model che riguardasse internet, a beneficiare dell'effetto bolla speculativa. Prima che esplodesse e con enormi conseguenze. Proprio come allora è bastato un annuncio. Da quanto risulta all'agenzia Bloomberg la società per ora di blockchain ha solo il nome. Non un accordo con società che si occupano davvero di blockchain. Long Island Iced Tea ha in conto economico una perdita netta di 3,9 milioni nei primi nove mesi del 2017. Ora ha un sito rinominato www.longblockchain.com, ma opererà ancora nel mercato delle bibite analcoliche.
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