Li hanno definiti “bamboccioni”, “choosy” e “pistola”, ma la verità è che i Millennial italiani in cerca di lavoro hanno le idee chiare su carriera, stipendio e spostamenti. E se le aziende vogliono attrarre e tenersi stretti i giovani talenti, è meglio che tengano presente questi 4 fattori, individuati da Uniplaces, il portale degli affitti universitari, che ribaltano gli stereotipi sugli italiani di nuova generazione.
Lo stipendio prima di tutto
Più di un intervistato su due (53%) afferma di guardare molto alla retribuzione che rappresenta l’ago della bilancia nella scelta dell’azienda. Non c’è da stupirsi, del resto: per un neolaureato, entrare nel mondo del lavoro significa soprattutto raggiungere l’indipendenza economica.
Uno stipendio adeguato fa quindi parte delle aspettative, ed è interpretato come un grande segnale di fiducia da parte dell’azienda. Ma a quanto ammonta un salario attraente? Le attese economiche dei giovani variano in base alla loro formazione:
• I laureati in discipline scientifiche, per i quali la domanda è in genere molto elevata, ambiscono a una retribuzione iniziale non inferiore ai 1.200 euro
• Chi ha studiato materie umanistiche punta invece a una cifra compresa tra i 900 e i 1.200 euro.
Tutti sono però d’accordo su una cosa: per attirare i migliori talenti, un’azienda non può offrire posizioni di responsabilità sottopagate.
Offrire prospettive di crescita in azienda
Una buona notizia per le aziende: i giovani italiani non sono particolarmente propensi a cambiare lavoro molto spesso, ma cercano anzi aziende disposte ad accoglierli e farli crescere internamente. Il 47% degli studenti intervistati dichiara infatti di valutare una proposta anche sulla base delle opportunità di carriera che offre.
Si tratta di un aspetto prioritario, che i giovani valutano non solo prima di firmare il contratto, ma anche lungo tutta la propria esperienza lavorativa: per alcuni (il 16% del campione), esaurire le possibilità di crescita significa che è giunto il momento di cercare altrove.
Altrettanto importante è l’ambiente di lavoro: il 44% dichiara che, se le mansioni sono gratificanti e il clima sereno, non ci sono buoni motivi per abbandonare un’azienda.
Di contro, solo il 22% afferma che sarebbe pronto a cambiare non appena arrivasse una proposta migliore. Insomma, se le aziende vogliono migliorare i tassi di “mantenimento” è necessario prima di tutto offrire un ambiente di lavoro accogliente e stimolante, nel quale i neoassunti percepiscano di avere davanti a sé un percorso di crescita.
Giocare la carta del business travel
Se per le generazioni precedenti i viaggi di lavoro erano in molti casi un aspetto necessario, per i Millennial sono un piacere, al punto da influenzare le loro scelte in fatto di carriera. Lo dice il 43% degli intervistati, affermando di valutare un’offerta di lavoro anche sulla base delle opportunità di viaggio che offre.
Molti ragazzi hanno vissuto esperienze di studio all’estero durante la propria carriera universitaria, per cui sono abituati a pensare al viaggio come a un’opportunità di crescita e di networking. Sapere di poter girare il mondo anche per lavoro costituisce quindi un valore aggiunto, la promessa di una crescita continua sia a livello professionale che personale. Di sicuro è un aspetto da evidenziare già nell’offerta di lavoro.
La distanza non conta
La ricerca abbatte un altro luogo comune: solo il 2% degli intervistati dichiara infatti di tenere in considerazione la distanza dalla propria città d’origine nel valutare una proposta. Insomma, se un’opportunità è davvero buona, il 98% dei giovani italiani non si fa problemi a spostarsi pur di coglierla. Per questo motivo ha sempre meno senso privilegiare candidati che già vivono in città: si rischia di farsi sfuggire talenti che, pur abitando a centinaia di chilometri di distanza, sarebbero pronti a cominciare in tempi altrettanto rapidi.