Potrebbe essere dolorosa per i consumatori americani la tassa del 20% sulle auto non prodotte negli Usa che il presidente Donald Trump ha ventilato a più riprese. Lo scrive qz.com che rileva come una parte importante della componentistica delle auto prodotte negli Stati Uniti venga dall'estero.
In particolare, il primo Paese esportatore di parti di auto è il Messico, con un fatturato da 51,6 miliardi di dollari nei primi 11 mesi dell'anno scorso. E per quanto riguarda il mercato Usa, i due 'rivali' del Paese centramericano (Giappone e Canada) messi insieme arrivano a toccare i due terzi della cifra realizzata dai messicani.
Dal 2010, i principali costruttori di auto BMW, FCA, Ford, General Motors, Honda, Hyundai, Mazda, Nissan, e Volkswagen, hanno annunciato investimenti in Messico per oltre 24 miliardi di dollari.
Quanto pesa la componentistica 'straniera'? A titolo di esempio, una Chevrolet Malibu, assemblata in Kansas, nel 2013 aveva il 25% dei componenti di provenienza estera. Percentuale che l'anno scorso è arrivata al 35%. E si tratta di uno dei modelli di auto media più venduti negli States.
Insomma, il 20% di tassa sui prodotti messicani, ventilato di nuovo per quanto riguarda il finanziamento della costruzione del muro, potrebbe far male alle tasche degli americani.