Roma - Quattordicimila esuberi. Un aumento di capitale da 13 miliardi. Il più grande di sempre nella storia italiana, scrive la Reuters. Il piano strategico di Unicredit approvato dal cda ha causato diverse reazioni sulla stampa internazionale. La notizia è stata battuta da tutte le principali agenzie mondiali e sui quotidiani finanziari. E tutti l'hanno legata al forte clima di instabilità che regna sulle nostre banche.
Reuters preoccupata sui conti di Unicredit
Reuters ricorda che il taglio dei posti di lavoro per i bancari è arriva in un momento di forte turbolenza per il sistema bancario italiano. Ricorda il rischio di fallimento del Monte dei Paschi di Siena e la crisi del nostro sistema politico, con l'elezione del nuovo premier Gentiloni che ha assicurato un intervento sulle banche. "Unicredit è la sola banca che è considerata importante per il sistema finanziario globale" scrive Reuters, "e ha perso la metà della sua valutazione di mercato quest'anno". Preoccupa a livello mondiale la sua profittabilità, i crediti inesigibili e bilanci più deboli rispetto ai principali concorrenti europei.
Il Financial Times e la fine dei tempi dell'abbondanza
Il Financial Times dà la notizia con preoccupazione, commentandola con commento molto diretto di Patrick Jankis che riprende le parole dell'amministratore delegato di Unicredit Jean Pierre Mustier: "se le banche sono oneste devono ammettere che i profitti generati negli anni precedenti al 2008 erano anormali (supernomal nel testo, ndr). Devono abituarsi a ritorni che calano del 5-10%". Come a dire, i tagli di oggi sono effetto di una crescita eccessiva nel periodo pre crisi. Ed è qualcosa che riguarda tutte le banche.
Altro capitolo riguarda il titolo del pezzo. Unicredit per l'FT è una metafora preoccupante della tempesta bancaria italiana.
Il Guardian ricorda Unicredit dopo Brexit
Anche il Guardian stamattina apriva la sezione economia con Unicredit. Dando la stessa lettura degli altri quotidiani, ma spostando il focus sul rapporto della banca con il Regno Unito. Forse in maniera un po' ironica. "Unicredit ha già spostato 300 persone dello staff da Londra a Milano dopo il voto britannico a favore dell'uscita dall'Unione europea" scrive il quotidiano londinese. "Mustier aveva detto che la Brexit avrebbe potuto rappresentare una grande opportunità per le banche del continente, poco coinvolte a suo avviso dall'uscita della capitale finanziaria europea dall' UE".
Poco spazio trova invece la curiosità che Mustier si taglierà lo stipendio del 40%, a 1,2 milioni di euro. E che rinuncerà a bonus annuali per il 2016 e per tutta la durata del piano.
Poche reazioni da parte della politica. Sull'argomento oltre ai sindacati, alle 17.00 di martedì 13 dicembre su Twitter si sono espressi solo il leader della Lega Nord Matteo Salvini e il parlamentare europeo M5S Marco Zanni, che danno la loro interpretazione della vicenda. Il primo chiedendo un ritorno alla sovranità monetaria. Il secondo delinando uno scenario sul futuro di Unicredit in mano francese.
#Unicredit annuncia 14.000 licenziamenti entro 2019.
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) 13 dicembre 2016
Se non torniamo a controllare la nostra Moneta, non potremo rilanciare nostra Economia.
#Unicredit: pronto il lifting di #Mustier a forza di esuberi per impacchettare la banca e consegnarla poi ai francesi
— Marco Zanni (@Marcozanni86) 13 dicembre 2016
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