Roma - (di Giorgia Ariosto) Le previsioni macroeconomiche del governo per il 2016 sono "realistiche" ma la stima di crescita del Pil dell'1% e, in generale, il quadro di finanza pubblica delineato per il 2017, risulta "ottimistico". L'economista Luigi Guiso, professore all'Einaudi Institute for Economics and Finance (Eief, fondazione finanziata dalla Banca d'Italia), spiega all'Agi il parere di Bankitalia sul Def.
PREVISIONI 2017 OTTIMISTICHE - La revisione dello scenario macroeconomico 2016, spiega Guiso, "serve e agisce come vincolo a quello che il governo può fare e lascia risorse per l'anno successivo. Quelle sull'anno in corso sono previsioni realistiche, anche perche' e' molto difficile, quando arrivi a fine anno, ritoccare i dati e l'esecutivo non ha grosso margine per spingersi oltre. In questa fase non può far altro che adeguarsi. Sul 2017 la stima del +1% e' un pò più ottimistica rispetto ad altri istituti di previsione, così come e' ottimistico un quadro di finanza pubblica dove si prevede una riduzione del disavanzo al 2%".
MARGINE DEFICIT 0,4% FUORI PATTO UE - L'ulteriore margine di deficit dello 0,4%, svincolato dal Patto di stabilità, che l'esecutivo conta di chiedere all'Europa in virtù delle spese per la ricostruzione post-terremoto e per la questione migranti, a parere di Guiso, "fa parte della policy che il governo vorrebbe adottare e che non può mettere in quel documento a causa dei vincoli europei".
DEBITO OSSERVATO SPECIALE - Quanto al debito, resta il grande osservato speciale, e "per ridurlo il Paese avrebbe bisogno di conseguire avanzi primari elevati per tanti anni. Lo stock - spiega ancora l'economista - e' molto elevato e declina poco, abbiamo dei disavanzi contenuti che però non sono così contenuti da intaccare il debito. Ci si chiede se questo sia il momento per varare politiche di assorbimento del debito come incrementi di imposta e tagli di spesa. Ma ci sono due ostacoli: da un lato si rischia di affossare l'economia già in difficoltà e dall'altro c'e' un problema di consenso perche' in momenti difficili tagliare la spesa crea malcontento".
MANOVRA IN CANTIERE - "La mia impressione - osserva Guiso - e' che il governo si muova su un crinale delicato perche' deve gestire un Paese con un'economia debole e in difficoltà e che dal punto di vista del consenso e' difficile da aggregare. La manovra, nel suo complesso, sarà in linea con quest'anno, più o meno neutrale o leggermente espansiva. Il margine dello 0,4% svincolato dal Patto di stabilità e' quello che possono riuscire a concordare in Europa. Dentro sicuramente c'e' la sterilizzazione delle clausole di salvaguardia, che prevedono aumenti di Iva e accise, e le pensioni. Non mi aspetto grandi tagli di spesa ma ritocchi e cambiamenti all'interno del budget".
REFERENDUM 'INFLUENZà SCELTE - In questo quadro, osserva l'economista, "il referendum sulla riforma costituzionale complica le cose perche' crea un'altra fonte di dissidio. Oltre a toccare l'assetto istituzionale va a toccare la distribuzione degli assetti di potere, soprattutto quando si guarda alla legge elettorale. Il governo, che e' stato fautore della riforma e che vuole portarla a termine, in parte utilizzerà tutti gli strumenti a disposizione. Per cui di sicuro quella che metterà in campo sarà una manovra 'influenzatà". D'altronde, conclude Guiso, "il nostro Paese ha un grosso problema di instabilità politica, o perche' cambia il ministro del Tesoro o perche' cambia il presidente del Consiglio, ed e' molto difficile gestire un'azienda, una famiglia, un Paese se la sua amministrazione cambia in continuazione, soprattutto perche' i tempi duri richiederebbero continuità di azione". (AGI)